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Chiaravalle

CHIARAVALLE Il dramma di Gianluca Menotti, sconfitto dal Covid in una settimana

Il poliziotto ben voluto da tutti se n’è andato a 54 anni dopo essere stato ricoverato prima a Senigallia e poi a Pesaro, il dolore di familiari e amici

CHIARAVALLE, 12 marzo 2021 – C’è un selfie, inviato agli amici il 5 marzo dall’ospedale di Senigallia, in cui Gianluca Menotti ha il casco dell’ossigeno, saluta i coetanei con cui condivideva scherzose chat sui social, sdrammatizza e vorrebbe prendersi gioco del virus.

Perchè Gianluca era così: amico di tutti, simpatico, generosissimo, sempre sorridente, positivo alle vicissitudini della vita. Il maledetto Covid in una settimana lo ha portato via, tra l’incredulità e il dolore di tutti. Gianluca Menotti aveva compiuto in febbraio 54 anni, essendo nato a Chiaravalle nel 1967.

Aveva una bellissima famiglia: la moglie Paola, che lavora al Famila di Marina di Montemarciano, due figli splendidi e giovanissimi, Davide, ventenne, promettente e bravo calciatore prima della Biagio e ora del Montemarciano e Sara, studentessa di 17 anni. Gianluca abitava con la famiglia a Marina ma i legami con Chiaravalle, con gli amici di sempre, Danilo Stacchiotti, Leo Angeletti, Stefano Quattrini, Corrado Bruschi, erano fortissimi e quotidiani.

Era stato ricoverato a Senigallia il 5 marzo ma poco dopo, visto l’aggravarsi delle condizioni, era stato trasferito all’ospedale di Pesaro, dove ieri sera alle 21 è deceduto. All’arrivo a Pesaro era stato immediatamente intubato, aveva contratto la variante inglese del virus ed anche i medici sono sgomenti.

Gianluca Menotti con la sua splendida famiglia

«Non abbiamo mai visto il virus – hanno detto i dottori – aggredire così velocemente e in modo tanto pesante una persona». Eppure Gianluca Menotti stava bene fino a qualche giorno fa: era sì in sovrappeso e aveva una forma di diabete curata con l’assunzione quotidiana di una compressa ma nulla lasciava presagire una fine tanto repentina e drammatica.

Il 20 febbraio era morto il padre Lamberto e probabilmente il Covid Gianluca lo aveva contratto in occasione del funerale anche se non c’è alcun dato certo. Anche la moglie e i figli erano risultati positivi al virus e anche ieri, l’esito del tampone ha dato per loro risultati positivi, non si sono ancora negativizzati.

Gianluca con alcuni amici

«Era un bravissimo padre – dice Davide il figlio calciatore – mi seguiva spesso e amava scattarmi foto e video quando ero in campo».

Menotti era un poliziotto molto stimato e ben voluto: l’arruolamento in Polizia risale al 21 ottobre 1986. Era stato nella Polizia Ferroviaria, poi alla PolMare e da quasi vent’anni lavorava all’aeroporto. Grande tifoso della Biagio e del Milan, da ragazzo aveva anche giocato a calcio prima di cimentarsi, con alcuni suoi coetanei, con i guantoni della boxe, guidato dal grande Sumbu Kalambay. Gli amici sono affranti, distrutti da un dolore immenso e inconsolabile.

«Per noi non morirà mai – dicono Danilo Stacchiotti e Leo Angeletti era una persona squisita, aiutava tutti, un vero altruista generosissimo, sempre sorridente e gioioso, aveva pure provato a sorridere alla malattia. Che serate quando eravamo giovani: discoteca, Grecia, Spagna, ricordi indelebili».

Gianluca Menotti aveva espresso la volontà di essere cremato ma ancora non si conosce la data del funerale perché i suoi familiari attendono di essere negativizzati. Questa maledetta malattia non conosce la pietà: annienta anche le anime dopo i corpi.

Gianluca Fenucci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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