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CHIARAVALLE Il Piccadilly contro la chiusura definita iniqua e inutile

I fratelli Giorgio e Giordano Canonico da 36 anni titolari del locale cult di Chiaravalle sono delusi e avanzano proposte

CHIARAVALLE, 27 ottobre 2020 – Hanno sempre lavorato con grande lena e impegno Giorgio e Giordano Canonico, fratelli che dal 1984 gestiscono il bar ristorante Piccadilly, che è un po’ il centro del mondo a Chiaravalle.

Si può ben dire, senza esagerazioni, che nel locale hanno fatto almeno una capatina tutti i chiaravallesi. Eppure in 36 anni Giorgio Canonico non era mai rimasto deluso come ora.

«Nessuno mette in dubbio che il virus ci sia e debba essere fermato ma le misure scelte sono inique e i metodi sbagliati. Piuttosto che colpire solo una categoria di lavoratori sarebbe stato preferibile paradossalmente chiudere tutto per poche settimane per poter riaprire prima».

Giorgio e Giordano Canonico in questi ultimi anni hanno dovuto fare i conti con diverse difficoltà tra cui quella di non aver potuto più organizzare concerti di musica live dopo i tragici fatti di Corinaldo: e dire che la rassegna musicale del Piccadilly era attesa e molto seguita dagli appassionati. Oggi sono scoraggiati ma non vogliono mollare.

I fratelli Canonico qualche anno fa in versione Blues Brothers

«Abbiamo sempre cercato di capire le ragioni di chi ci governa ma ora ci ha fatto male vedere che con l’ultimo decreto si siano rimangiati ciò che avevano sostenuto e cioè chiusure a mezzanotte e potere a Regioni e Sindaci. Dicevano di voler effettuare chiusure mirate e chirurgiche e, invece, così si è colpita solo la categoria dei ristoratori e dei bar. Che senso ha abbassare le saracinesche dei locali alle 18 se non è previsto un coprifuoco e ci saranno assembramenti sulle panchine o sulle piazze o sotto i portici come è avvenuto in questi giorni? E come si fa a paragonare Chiaravalle o i piccoli centri di provincia con la Milano dei Navigli, Napoli o Roma?».

Il rischio di spostare la movida dai locali e dai bar alle piazze, o comunque in altri luoghi, è incombente.

«Proprio così, la movida continua in altri luoghi e quello che diventa pericoloso è il fatto che magari i giovani comprano alcolici e li vanno a consumare nelle case tutti insieme senza alcun controllo, senza indossare mascherine né dispositivi di sicurezza. In tutta Europa stanno chiudendo dalle 22 o dalle 23 e a zone. Bastava far rispettare il protocollo esistente facendo eseguire i controlli e prevedere il coprifuoco. E poi se colpisci una categoria devi immediatamente prevedere il ristoro e la garanzia di un’indennità non dopo giorni e giorni. Anche noi siamo lavoratori non solo quelli che vanno in fabbrica e in ufficio».

Gianluca Fenucci

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