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Chiaravalle

CHIARAVALLE IRROMPE NEL CANTIERE EDILE E MINACCIA GLI OPERAI: RICOVERATA IN PSICHIATRIA

CHIARAVALLE, 25 giugno 2018 –  Scene di tensione questa mattina in centro a Chiaravalle.

Una chiaravallese di 50 anni, F. B., alle 7.30 ha cominciato ad inveire ad alta voce contro gli operai che stavano lavorando alla ristrutturazione di una casa in via Gramsci tanto che, dopo due ore di serrato confronto, è stata sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio e ricoverata nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Torrette.

La donna, pur essendo conosciuta per i suoi modi di fare certamente sui generis, non era segnalata ai servizi sociali e non seguiva percorsi di cura.

Da qualche giorno la signora si recava negli uffici comunali per protestare contro l’autorizzazione ai lavori edili sostenendo che non vi fossero i requisiti per farli eseguire.

Dopo aver parcheggiato l’auto in preda all’ira, la cinquantenne ha cominciato ad urlare a squarciagola e ad inveire contro tutti.

«Qui è tutto abusivo, andate via! Non avete i permessi e adesso fate i conti con me».

Nella zona si è creato panico tra i residenti, molti dei quali si sono affacciati alle finestre ed hanno assistito alla scena che è durata per oltre due ore.

«Non ho nulla da perdere – gridava la donna – e farò un disastro!».

In pochi minuti nel cantiere di via Gramsci sono arrivati i vigili urbani che hanno cercato di calmare la signora, dialogando con lei.

L’hanno convinta ad uscire dal cantiere e a desistere da ogni iniziativa compromettente.

La situazione sembrava migliorare ma in pochi attimi la donna ha ricominciato a gridare, si è rinchiusa dentro un’abitazione, minacciando anche gesti eclatanti.

Sul posto sono giunti un’ambulanza del 118, un’ auto medica e operatori del servizio psichiatria dell’Asur.

Su richiesta dei medici arrivava anche l’ordine di ricovero coatto firmato dal sindaco Costantini.

Così la donna veniva raggiunta all’interno del palazzo dove si era rifugiata, immobilizzata e trasportata a Torrette in psichiatria.

Dopo oltre due ore tutti hanno potuto tirare finalmente un sospiro di sollievo.

«Ho proprio pensato che finisse molto male – ha detto un testimone che abita nella zona – e se è finita bene lo dobbiamo alla rapidità con cui sono arrivati i soccorsi e alle capacità del vigile negoziatore che ha ininterrottamente e con calma dialogato con una persona che in quei momenti era letteralmente fuori di sé ed avrebbe potuto causare danni a se stessa e agli altri».

 

Gianluca Fenucci

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