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CHIARAVALLE L’OPERA DI SIMONA GAMBARARA, UN LIBRO TRA LETTERATURA E STORIOGRAFICA: LE DESCRIZIONI DI HEMINGWAY SULL’AEROPORTO DI JESI

CHIARAVALLE, 24 gennaio 2017 – Grazie alla chiaravallese Simona Gambarara, scrittrice appassionata di storia, per la prima volta sono stati raccolti in un volume tutti i nomi e le vicende dei chiaravallesi caduti nella Prima Guerra Mondiale. La presentazione del libro, dal titolo “Federico e gli altri, i chiaravallesi caduti nella Grande Guerra”, si è svolta davanti ad un pubblico partecipe e molto numeroso presso la sala consiliare del comune di Chiaravalle. Nel libro si ripercorrono le vicende dei 129 nomi di militari cui si aggiunge una vittima civile morta per le conseguenze del cannoneggiamento di Ancona nelle prime ore del 24 maggio 1915. “I morti – ha detto Simona Gambarara – sono molti di più di quelli di quelli che sono scolpiti nel monumento ai caduti che è posto al centro di piazza Mazzini, dove sono impressi solo 96 nomi. Ho ricostruito le vicende attraverso i fogli matricolari, gli stati di servizio e gli atti anagrafici ed ho consultato i resoconti di guerra delle fonti ufficiali”. Il volume contiene un’introduzione del sindaco Damiano Costantini che ha preso parte alla presentazione in comune mentre l’autrice ha sottolineato la genesi dell’opera e ha ringraziate le istituzioni e chi ha collaborato alle ricerche delle notizie, delle foto e alla pubblicazione. “Dopo l’elenco dei caduti, ho inserito una intera sezione in cui parlo di eventi o fenomeni sociali dell’epoca – ha affermato la Gambarara – ho studiato la statura, l’alfabetizzazione e l’emigrazione dei nostri caduti, inseriti nell’ambito di quella italiana. Ho parlato della epidemia chiamata “spagnola”, che si portò via milioni di persone e parecchi dei nostri. Ho scritto delle donne, che con gli uomini lontani, facevano mestieri maschili: le nostre sigaraie non fecero eccezione. Grazie al legame di conoscenza col caduto civile, nella terza parte del libro vengono tratteggiate alcune figure di uomini straordinari: Luigi Rizzo, militare della pattuglia Mas, mezzi anfibi che partivano dal porto di  Ancona per le loro incursioni e Peppino Garibaldi, nipote dell’Eroe dei Due Mondi, che partecipò alla guerra fin dal 1914, come volontario in Francia. C’è un paragrafo sulle armi maggiormente usate, uno sugli Arditi, corpo speciale nato nel 1917, attraverso i dispacci ufficiali e anche la descrizione che ne fa il giovane Hemingway, uno sui dirigibili del campo d’aviazione di Jesi e uno sulla cerimonia del milite ignoto del 1921, dopo la quale in ogni città sorse un monumento ai caduti. Non ultime le donne e il loro apporto decisivo nel cosiddetto fronte interno: lavoratrici in tutti i settori, anche in quelli maschili, a Chiaravalle fecero la loro parte nella manifattura tabacchi, in cui la manodopera, in quel periodo, fu quasi esclusivamente femminile”. Il prof. Ettore Baldetti ha definito l’opera come sospesa tra letteratura e storiografia, in un contesto di ricerca seria e scientifica.

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