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CHIARAVALLE MORTE IN VIA VERDI, IPOTESI OMICIDIO A SCOPO DI FURTO: EMMA CONOSCEVA IL SUO ASSASSINO?

omicidio Chiaravalle

CHIARAVALLE, 17 luglio 2018 – Sangue. Ancora sangue in Vallesina. Un’altra tragedia, dopo quella di sabato scorso a Jesi, che lascia attoniti e che aumenta lo sgomento nella gente. Stamattina, intorno alle 11, Emma Grilli, una donna di 85 anni, è stata rinvenuta morta in un lago di sangue nella sua casa di via Verdi 19 dal marito novantenne Alfio Vichi.

La donna aveva la gola squarciata da una ferita molto profonda ed è stata trovata dal marito vicino al lavandino della cucina. Immediatamente l’anziano, che era rincasato dopo la consueta uscita in bicicletta, ha dato l’allarme ed ha telefonato al 118. Sul posto sono giunti i Carabinieri della Stazione di Chiaravalle e della Compagnia di Jesi. Subito sono scattate le indagini.

Anche il medico legale Marco Valsecchi – con la dottoressa Roberta Mazzanti – ha raggiunto il luogo. Mezz’ora dopo Alfio Vichi è sceso dall’appartamento ed è stato portato nella Stazione dei Carabinieri di Chiaravalle accompagnato dal figlio Alfredo che nel frattempo aveva raggiunto la casa dei genitori. Tante ipotesi hanno preso corpo, anche quella dell’uxoricidio, ma la più accreditata sembra essere quella che Emma Grilli sia stata vittima di un tentativo di furto all’interno della sua abitazione anche se le indagini proseguono a ritmo serrato e i Carabinieri non si sbottonano. A dar credito all’ipotesi di omicidio a scopo di furto, oltre che la casa messa a soqquadro, le parole di Rita Quercetti, una delle nipoti di Emma Grilli, che svela alcuni particolari significativi.

«Non ci posso ancora credere – afferma –  che sia morta zia Emma, che per me era come una seconda madre. Ho parlato con una mia sorella che abita a Falconara e mi ha detto che lunedì sera aveva telefonato a zia Emma la quale le aveva detto che stava raccogliendo circa 600 euro perché doveva pagare chi aveva ristrutturato la cappellina che con altri parenti hanno al cimitero. Forse qualcuno ha ascoltato la telefonata, magari dalle finestre che erano aperte. Tra l’altro sembra che la porta d’ingresso non sia stata forzata, come se zia Emma abbia aperto senza problemi alla persona che l’ha poi uccisa, come se la conoscesse». Certo, quelle avanzate da Rita Quercetti sono solo ipotesi ma forse gli inquirenti le stanno prendendo seriamente in considerazione visto che stamattina hanno trascorso molto tempo a cercare indizi utili, e probabilmente anche l’arma da taglio che ha ucciso l’anziana donna, nei cassonetti e nell’area prospiciente l’abitazione della povera Emma Grilli.

Il pm Paolo Gubinelli, giunto sul posto, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti e non tralascia nessuna pista. Resta in piedi anche l’ipotesi tragica che a uccidere Emma possa essere stato l’anziano marito. I vicini di casa della coppia sono increduli.

«Persone buonissime che non hanno mai fatto male a una mosca. Alfio era operaio nella storica Fonderia Rocchetti, ormai chiusa da tempo. Poi fu vittima di un grave infortunio sul lavoro, ebbe anche un infarto e andò in pensione. Ma ora stava bene, anche a 90 anni amava pedalare in bicicletta, andava a comprare il pane al forno di Vitali e raggiungeva gli amici nelle panchine davanti alle Poste. Lì, all’ombra, faceva una chiacchierata e poi rincasava per pranzo. Ha fatto così anche ieri  quando all’improvviso si è trovato di fronte alla terribile scena della moglie sgozzata. Anche Emma era una splendida persona. Prima aveva lavorato nei campi ma da tanti anni era una brava casalinga e curava l’orticello dietro casa. Nessuno poteva volerle male. I figli non abitavano a Chiaravalle ma erano molto legati ai loro genitori: la maggiore, Fiorella, ha 61 anni, vive ad Osimo Stazione, lavorava come operatrice socio sanitaria prima all’Umberto I° di Ancona, poi all’ospedale di Torrette, ora anche lei è in pensione mentre Alfredo, che ha 57 anni, abita a Senigallia e lavora per la ditta di spedizioni Bartolini».

C’è anche chi, tra i vicini di casa, evidenzia qualche problema che si era manifestato in passato. «Nel condominio di Alfio e Emma –  sostiene Mauro che si dice particolarmente impaurito – qualche tempo fa alcuni del palazzo hanno trovato diverse biciclette con le gomme tagliate. Apparentemente non ci sono mai stati dissapori eclatanti ma qualche problema c’era».

Nulla però che potesse riguardare da vicino Emma e Alfio, una coppia di anziani affiatati e sereni, socievolimolto apprezzati nel quartiere. Eppure sembra che qualcuno stamattina, dalle 9 alle 11, mentre Alfio Vichi  era uscito per andare a comprare il pane e a fare quattro chiacchiere con i coetanei di viale Montessori,  abbia bussato alla porta dell’appartamento al terzo piano di via Verdi 19. Emma deve averlo riconosciuto e deve essergli sembrato un volto familiare tanto che ha aperto la porta senza timore. Non sapeva che sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto la luce del sole dell’estate. Non ha avuto neppure il tempo di gridare: il suo assassino le aveva già tagliato la gola perché probabilmente voleva i suoi soldi.

Gianluca Fenucci

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