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Cronaca

CHIARAVALLE Muore una settimana dopo la moglie, addio al maestro Pandolfi

Se n’è andato via questa notte, volando dietro alla sua Carla, l’adorata donna della sua vita

CHIARAVALLE, 6 gennaio 2022 – L’Amore. Quello vero, indissolubile, eterno. Zio Lamberto, il mitico maestro Pandolfi, se n’è andato via questa notte, volando dietro alla sua Carla, l’adorata donna della sua vita, la madre del figlio Luca, morta una settimana fa.

Intorno al 20 dicembre hanno ricoverato Carla Toccaceli Pandolfi a Torrette perché, dopo quasi 10 anni di dolore e di esistenza in situazione di semi incoscienza, per lei non c’era più nulla da fare. Eppure la sua donna, pur inerme e silente, malata e immobile, per zio Lamberto è sempre stata una ragione di vita, forse ormai l’unica ragione della sua vita, tanto che il giorno di fine dicembre che fu trasportata a Torrette anche Lamberto Pandolfi praticamente se ne andò via con lei.

Lui sempre lucido, presente e attivo, lui che a 94 anni era ancora in grado di guidare la Punto e che ricordava nei dettagli tutta la storia e i personaggi della città, è diventato improvvisamente muto, passivo, immobile.

Ed ha voluto seguire il destino della sua donna come se non gli interessasse più di vivere la sua vita ancora piena e bella. Lamberto Pandolfi è stato un maestro elementare per 43 anni e ha educato e formato generazioni di chiaravallesi. La scuola Marconi di via Leopardi era la sua seconda casa, talvolta la prima.

Raccontava del bombardamento del 17 gennaio 1944 come fosse successo ieri, con una dovizia di particolari e una serie di memorie che solo lui conosceva.

Aveva iniziato la sua missione di insegnante nel febbraio 1947 nella scuola popolare del Galoppo. Giorno dopo giorno andava su, sulla collina, e tornava a Chiaravalle su una vecchia bicicletta, visto che la sua, nuova e fiammante, gli era stata rubata pochi giorni prima. Nell’anno scolastico 1948-49, andò a insegnare a Montecarotto. Altro giro e altre corse dal 1950 fino al 1958: prima a Polverigi, che il maestro raggiungeva anche sotto la neve e i temporali, in motorino, il celebre Mosquito, poi a Falconara e infine a Camerata e alle Piane dopo aver vinto il concorso ed essere passato di ruolo.

A Chiaravalle ha insegnato fino al 31 agosto 1990 ed è stato uno dei mitici insegnanti delle elementari, con altri che sono impressi nella memoria dei chiaravallesi: Giorgio Ricci, Sabatino, Tigano, Latini e, tra le maestre, Solustri, Caverni, Rocchetti, Gili, Di Carlo e tanti altri.

Lamberto Pandolfi viveva per i suoi alunni, anche dopo aver sposato Carla Toccaceli, nota per la sua dolcezza e le sue belle poesie e aver avuto Luca, figlio desiderato e di gran valore. Sembrava burbero, ieratico e severo e invece aveva un cuore tenero anche se si faceva rispettare. Il maestro Pandolfi anche negli ultimi anni della sua attività era curioso di apprendere e di migliorare: fu uno di quelli che si mise in discussione a pochi anni dalla pensione per apprendere la tecnologia del mitico Commodore 64.

Per i suoi alunni – come gli hanno scritto in una dedica – “è stato come un padre poiché ci ha dato dei consigli molto utili e importanti che rimarranno per sempre nella nostra mente, come rimarrà la sua figura di maestro all’antica che ci ha seguito con tanta pazienza, tanto affetto, tanto amore.

Ma Lamberto Pandolfi è stato anche uno dei ragazzi di don Leone. Era uno dei protagonisti del teatro, delle recite, dell’oratorio pensato e vissuto da don Leone Ricci. Lì aveva tanti amici e tutti adoravano don Leone: Manlio Pucci, Giorgio Brecciaroli, mio padre Aldo Fenucci, Guido Cuicchi, Aldo Montali e poi Serrani, Peppe Marini, Agostinelli l’ammiraglio, Bastianelli, i fratelli Moroni, Sandro Papalini il macellaio, il maestro Pagliacci, Giacconi e il figlio Tullio.

E poi i sacerdoti di una volta, oltre don Leone anche don Tessellino, il fratello don Alberico, ottimi cantori della Schola Cantorum.

Lamberto Pandolfi ricordava tutto nitidamente ed era ancora rivolto al futuro. Tutto questo fino a pochi giorni fa.

Poi se n’è andata Carla, la splendida donna della sua vita e il Maestro ha voluto seguirla e ha salutato tutti senza neppure un cenno della mano ma con il tanto Amore che ha sempre saputo donare.

Gianluca Fenucci

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