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Chiaravalle Nozze di diamante di Carlo e Clementina: 78 anni di amore inossidabile
Nel 1946 lui le scrisse la prima lettera e nel 1949 il matrimonio, la loro storia insieme ha attraversato il tempo, con figli, nipoti e pronipoti ora pronti a festeggiare un traguardo unico
15 Novembre 2024
Chiaravalle – «Sono stato costretto a scriverle perché l’amo profondamente di un infinito amore che dal mio cuore non si cancellerà più».
La lettera che Carlo Manzotti scrisse il 16 gennaio 1946 per conquistare il cuore della sua amata Clementina Giovagnoli, l’hanno ritrovata poco tempo fa figli e nipoti. La grafia è nitida anche se l’ortografia zoppica un po’. Ma l’amore che Carlo dichiarava alla sua Clementina era spontaneo e autentico, ha vinto il tempo e dura da allora. Fidanzati dal 1946, Carlo e Clementina si sposarono a Monsano il 13 novembre 1949.
E domenica festeggeranno con figli, nipoti e pronipoti le inossidabili nozze di diamante . Carlo ha 97 anni, Clementina 94: 75 anni anni fa si sposarono e da loro iniziò una vera e propria dinastia: 3 figli, Gilberto, Luciana, Lorena, 6 nipoti, Erica, Debora, Sonia, Roberto, Stefano, Giacomo e 5 pronipoti, Valentina, Camilla, Lorenzo , Samuele, Anna.
Erano entrambi contadini al Cassero; poi Carlo ha lavorato al cantiere Morini ad Ancona e Clementina era aiuto cuoca al ristorante Da Enzo, prima al “Belvedere” di Camerata Picena e poi a Falconara. Non hanno avuto timore nel cambiare casa: hanno abitato a Monsano, a Falconara nel quartiere Case Unrra, a Chiaravalle.
Sono in forma e stanno bene i due nonnini che amano il burraco e trascorrono diversi pomeriggi a giocare a carte. Carlo tutti i pomeriggi va a giocare a bocce alla bocciofila di Chiaravalle, dove vogliono addirittura fargli disputare i tornei. Un po’ del loro segreto di tanta longevità sta nella serenità e nella semplicità della loro vita e poi nella passione per la montagna, dove dal 2001 al 2021 hanno trascorso alcuni periodi.
«A nonno Carlo – dicono i nipoti che aspettando con trepidazione la festa di domenica prossima – abbiamo consigliato di non prendere più la macchina, altrimenti fosse per lui guiderebbe tutti i giorni».
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