Attualità
Chiaravalle Piovono critiche sull’ospedale, l’Ast promette verifiche e migliorie
21 Gennaio 2023
Nadia Storti: «Analizzerò personalmente la questione perché la trasparenza è importante e i cittadini meritano risposte»
di Gianluca Fenucci
Chiaravalle, 21 gennaio 2023 – Utenti e familiari dei pazienti dell’ospedale di Chiaravalle protestano per varie situazioni di disagio vissute in prima persona e la dott.ssa Nadia Storti, commissario dell’Azienda sanitaria territoriale di Ancona (l’ex Asur), prende atto delle lamentele e promette verifiche celeri e interventi.
Quello che decenni fa era un fiore all’occhiello della sanità marchigiana, l’ospedale Montessori, è da tempo ridimensionato.
Nei 3 reparti attivi, quello di cure intermedie, l’hospice e la Rsa, sono ricoverati circa 50 pazienti ma sembra che i servizi non sempre siano garantiti.
«Il Pat, Punto di assistenza territoriale che ha sostituito il pronto soccorso – spiega un utente – è aperto 12 ore al giorno ma crea disservizi piuttosto che risolvere problemi. Mi sono rivolto al Pat alle 18 per fare una semplice radiografia e mi hanno risposto che il servizio radiologia non era operativo quando invece lo è fino alle 20. Una persona che aveva un piccolo pezzetto di cotton fioc nell’orecchio è stata mandata a Jesi quando il servizio dell’otorino è attivo a Chiaravalle e alcuni dovevano fare piccole medicazioni o rimuovere punti di sutura ma sono stati indirizzati al pronto soccorso di Jesi, di Torrette o di Senigallia con il risultato che in quei siti si creano caos e file interminabili».
Alcuni familiari dei pazienti si lamentano anche per lo scarso impegno di oss e infermieri, per fortuna non tutti.
«Ci sono operatori che non sono sensibili e non si interessano ai pazienti e il personale è ridotto all’osso, per non parlare del mobilio, armadi, letti, comodini che sono obsoleti e fatiscenti e le stesse criticità valgono per l’impianto elettrico, quello dell’ossigeno, porte e finestre: quasi nulla è nella norma».
Le lamentele coinvolgono anche il servizio mensa e i dottori di medicina generale che sarebbero poco inclini a dialogare con i parenti dei pazienti e spesso non sarebbero disponibili.
«Il servizio dovrebbe avere risorse umane, strutturali e tecnologiche per rispondere alle esigenze altrimenti meglio chiudere e destinare le risorse ad altre strutture».
Il commissario Ast, Nadia Storti, assicura vicinanza agli utenti e promette verifiche.
«So di alcune situazioni da migliorare, come quella dei letti, e analizzerò personalmente la questione perché la trasparenza è importante e i cittadini meritano risposte».
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