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CHIARAVALLE Psi, riflessione sulla questione “ex Cral-Orto del Prete-Chiostro”

La politica e la cura del bene comune non sono fatte di interdizioni ma di progetti e di proposte

CHIARAVALLE, 2 marzo 2021 – Non entriamo ora nel merito di tristi vicende giudiziarie, di esposti e proscioglimenti della Corte dei Conti di cui si è parlato in questi giorni, siamo contenti che almeno alcune sofferenze personali siano cessate anche se non cancellate e questo è già un bene. Viene solo da ricordare ancora la saggezza ed il monito di Pietro Nenni che vale anche per la malapianta del giustizialismo:C’è sempre uno più puro che ti epura …..”.

Rimane tuttavia centrale e irrisolta la questione del recupero ad un uso collettivo, ad una funzione per il paese di questa area centrale strategica di Chiaravalle, rappresentata dal chiostro cistercense e dall’ex dopolavoro dei monopoli di stato, cinema e aree contigue.

La realizzazione, fra l’altro, di un supermercato in quest’area non sembrava opportuna, sia per ragioni di tutela e conservazione che per ragioni urbanistiche, di viabilità e quindi anche ambientali. Scelte diverse da quelle che si ritengono giuste possono essere contestate politicamente ma non delegittimate per via giudiziaria se non all’esito di evidenze che non ci sono e non sono apparse.

Peraltro sarebbe a questo punto utile e indilazionabile una definizione urbanistica da parte dell’Amministrazione comunale che chiarisca (ed escluda ?) chiaramente le destinazioni urbanistiche: cosa si può fare e cosa no; quale indirizzo vuole dare il Comune. Senza questo chiarimento normativo rimarrebbe molta ambiguità dopo il polverone. Come pure ci lascia perplessi la mancata partecipazione all’asta per l’acquisto dell’area, ad un prezzo più che abbordabile per il Comune; se la zona e gli immobili erano delicati e da tutelare tanto da costruirci sopra un caso politico, allora è inquietante la “disattenzione” verso la possibilità di acquisirli alla proprietà pubblica e guidarne così il riutilizzo e recupero.

Ora è necessario che la città e le sue istituzioni riacquisiscano la serenità di giudizio e di dialogo per ragionare sul che fare (?), perché la politica e la cura del bene comune non sono fatti di interdizioni ma di progetti e di proposte. Lasciare una zona centrale con importanti immobili e monumenti in questo stato non è accettabile, né lo è rimettersi alla sola iniziativa privata e giocare di rimessa; i tempi sono certo difficili, ma possiamo e dobbiamo immaginare la possibilità di costruire insieme un progetto, un’idea anche con altri soggetti pubblici e privati, per darne un uso alto importante, socialmente ed economicamente sostenibile.

Chiediamoci allora quali sono le emergenze della nostra città e della nostra attuale società; stiamo invecchiando non solo anagraficamente ma culturalmente ed arretrando nel campo del lavoro e dell’innovazione. Dobbiamo ridare scopo ed idealità ai nostri giovani e speranza e socialità ai nostri anziani sempre più soli e marginalizzati. L’emergenza lavoro e la trentennale (tra alti e bassi) crisi economica non possono certo essere risolte nel e dal nostro piccolo Comune, ma tuttavia possiamo provare ad “inventarciqualcosa, a lavorare su un necessario sforzo collettivo che parli di alleanza e non di divisioni.

Crediamo che la creazione di spazi per la socialità, l’educazione continua, il sostegno all’innovazione delle imprese siano coerenti con la città natale di Maria Montessori ma soprattutto con l’imprinting fondativo dato dai padri benedettini, quell’ora e labora, quella voglia di fare che è stata tipica dei nostri nonni e dei nostri padri: Chiaravalle non è nata intorno a un monumento, certo da tutelare, ma intorno a un’industria, al lavoro e all’idea di comunità votata al bene comune. Ed allora troviamo soluzioni che creino lavoro e rispondano ai bisogni sociali in maniera se possibile più elevata e meno sporadica di quanto possa fare l’apertura di un supermercato o la costruzione di qualche appartamento.

Pensiamo al bisogno di residenza collettiva autonoma ma anche assistita dei nostri anziani (a un modo di abitare diverso che muta nel corso della vita fin da giovani), al loro bisogno e capacità di non essere soli ma anche di poter dare ancora tanto in termini di affettività, di esperienza, di conoscenza e socialità; pensiamo alla povertà emotiva e affettiva di tanta parte della nostra società e purtroppo di molti giovani; pensiamo a luoghi di educazione comune anche non formale.

Cerchiamo un’alleanza con istituzioni eccellenti che sono vicine a noi per creare in questo spazio un “laboratoriodi innovazione sociale, scientifica, culturale e di impresa, mai dimenticando che il lavoro si crea anche attraverso e con le imprese. E’ una grande sfida ma crediamo che per farcela dobbiamo tornare a pensare e ragionare in grande in modo corale e non divisivo, non ci sono intelligenze migliori di quelle esercitate in maniera empatica e collettiva.

Psi Chiaravalle

Sezione Giacomo Brodolini

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