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CHIARAVALLE Tre figli e tante difficoltà: «Il Comune non ci aiuta»

Il dolore di Giulia, 33 anni, sposata con un nigeriano che ha la cittadinanza italiana: «Non c’è sensibilità e ci sentiamo cittadini di serie B»

CHIARAVALLE, 21 aprile 2020 – «Ho sposato un ragazzo nigeriano che ora ha la cittadinanza italiana, abbiamo tre figli, una bambina di 4 anni e due maschietti di 2 e 1 anno. Qui siamo trattati come cittadini di serie B. L’Amministrazione comunale e le assistenti sociali non mostrano mai sensibilità e disponibilità con noi».

Giulia vive a Chiaravalle nella zona del parco Primo Maggio, ha 33 anni, la voce rotta dal pianto, tre figli piccoli e un marito che lavora come manutentore all’Api con contratti temporanei.

L’ultimo era scaduto a febbraio e l’uomo ha ricominciato a lavorare pochi giorni fa, il 14 aprile.

«La goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di tristezza – dice Giulia singhiozzando – è stata la mia richiesta reiterata alle assistenti sociali del Comune per far sì che potessi raggiungere Falconara per fare l’ultima vaccinazione al mio bimbo di un anno. L’ufficio preposto è stato trasferito da Chiaravalle a Falconara in questo periodo di emergenza ma io non me la sono sentita da sola di caricare 3 figli piccoli sull’autobus per trasportarli a Falconara visto che mio marito nel frattempo ha ricominciato a lavorare e non può esserci durante il giorno».

«Le assistenti sociali non hanno mai risposto alle mie mail, solo l’ultima volta, quando ho telefonato, mi hanno detto che la vaccinazione poteva aspettare e poteva essere rimandata ma non è così perché ci sono leggi che prevedono che il vaccino debba essere garantito soprattutto per un bimbo da 0 a 2 anni».

Giulia continua a piangere ininterrottamente al telefono mentre sottolinea invece come sia stata totale e splendida la disponibilità delle infermiere di Chiaravalle ora dislocate a Falconara, in particolare di Anna Maria.

«Alla fine lei mi ha suggerito di rivolgermi alla Protezione Civile che ha inoltrato prontamente la richiesta alla Croce Gialla. In pochi giorni, grazie a questa associazione, tutto è andato per il meglio: sono riuscita a caricare su un’ambulanza adibita al trasporto di persone i miei 3 figli e ad arrivare a Falconara per il vaccino. Mi hanno dato più aiuto quelli che non mi conoscono che le assistenti comunali che sanno bene chi siamo».

C’è amarezza e profondo dolore nelle parole della giovane che vive a Chiaravalle.

«Ho la certezza che siamo mal sopportati, siamo cittadini di serie B. Abbiamo dovuto sostenere tante situazioni difficili anche con l’affitto della casa: con tre bambini, mio marito e la sua cittadinanza da prendere e un lavoro a intermittenza. Abbiamo fatto richiesta per i buoni spesa subito ma ancora nessuno dal Comune ci ha risposto mentre ad altri è stato elargito immediatamente. Mi hanno detto dal Comune che se avevo problemi con la casa dovevo rivolgermi alla Caritas di Senigallia ma da soli e con l’aiuto di Dio e di pochissimi, non del Comune. Stiamo riuscendo a pagare 450 euro di affitto e a sopravvivere cercando di dare un futuro ai nostri tre bambini».

Giulia piange ma è una donna dignitosa e coraggiosa. La telefonata che ci ha fatto finisce mentre in sottofondo si sentono voci di bambini che giocano e che sembrano comunque felici.

Gianluca Fenucci 

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