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CINGOLI DOPO IL DISASTRO DI GENOVA: LA BATTAGLIA DEL SINDACO SALTAMARTINI PER METTERE IN SICUREZZA IL VIADOTTO SULLA DIGA

CINGOLI, 17 agosto 2018 – Filippo Saltamartini, sindaco di Cingoliper anni si è battuto per la messa in sicurezza del viadotto di 550 metri (foto in primo piano) che attraversa la diga di Castreccioni.

A poche ore dalla sciagura che ha colpito Genova e tutto il nostro Paese, con il crollo del viadotto Morandi, la sua è una testimonianza importante.
Un Sindaco che non si è voltato dall’altra parte di fronte alle segnalazioni che gli giungevano, un uomo che per sua stessa ammissione è «andato avanti da solo contro tutto e tutti, anche quando i suoi stessi cittadini gli si sono messi contro. Quando, a sue spese, ha ospitato ingegneri e tecnici che il sabato e la domenica venivano a Cingoli per verificare le reali condizioni del ponte».
Lotte a colpi di carte bollate, report, analisi, minacce di denunce per procurato allarme, porte sbattute in faccia, faldoni buttati nel cestino quando, dopo una riunione ai piani alti, rientra in stanza per aver dimenticato qualcosa e vede la documentazione appena consegnata, impietosamente cestinata.
«Tanto lavoro e tante mie risorse personali impegnate – ricorda – per sentirsi additare come un “esagerato“, un catastrofista, come se a me, in fondo, me ne fosse venuto qualcosa. Ma mai ho pensato di ritornare sui miei passi anche quando i miei stessi concittadini mi piombavano in Comune perché per precauzione avevo chiuso il ponte al traffico. Oggi, a distanza di nove anni da quando ho iniziato a interessarmi a questa situazione del viadotto, posso dire di essere soddisfatto che quel problema si sia risolto. In verità non so quanti avrebbero fatto quello che ho fatto io».

saltamartini

Il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini

LA STORIA

Nel 2009 alcuni pescatori segnalano a Saltamartini una crepa importante su un pilone del viadotto proprio sopra il pelo dell’acqua.
Il Sindaco nel giro di breve tempo decide per un controllo in immersione da parte di tecnici proprio per verificare l’entità del danno e con grande stupore scopre che quello che emerge è solo “la punta dell’iceberg“: in realtà sott’acqua lo squarcio sul pilone è davvero preoccupante.
Da qui partono le segnalazioni alle autorità, alla Regione, alla Provincia, ma ognuno risponde che il ponte è di proprietà del comune di Cingoli.viadotto diga castreccioni

Il Sindaco allora cerca, non senza problemi, il costruttore del viadotto (terminato nel 1987, lungo 550 metri, alto 90 nel punto più alto e costituito da pilastri di 3,5 metri di diametro). Inutile aggiungere che per un po’ c’è un rimpallo di responsabilità che però non aiuta a trovare soluzioni.

Nel frattempo il primo cittadino, a sue spese e del vice sindaco Luigi Ippoliti, incarica un ingegnere che si reca a Cingoli nei fine settimana per circa 3 mesi, al fine di esaminare la condizioni del ponte e di presentare un dettagliato report.

Dal quale risulta, poi, che è stato invertito il senso degli appoggi dei travi e tutto il peso poggia su di un unico pilastro.
Bisogna intervenire e subito.
Saltamartini, dati alla mano, arriva anche a Roma, per far presente le criticità del viadotto che sovrasta una diga artificiale. Una lotta contro il tempo, contro la burocrazia che tempi ne ha ben altri.
Poi, all’improvviso, il terremoto del 24 agosto 2016 con il susseguente sciame sismico fino alla scossa del 26 ottobre che procura la lesione di ben 5 pilastri del ponte.
Per prima cosa il Sindaco ordina l’abbassamento della acque della diga, nel tentativo di evitare un secondo Vajont nel caso in cui il viadotto crollasse, poi di corsa le verifiche e la richiesta di aiuto alle istituzioni. Dopo anni e tante lotte, l’aiuto arriva e ora il viadotto, messo in sicurezza, non fa più paura.viadotto diga castreccioni

Tornano però alla memoria di Saltamartini quei momenti dove si è sentito solo, quelle notti insonni, quelle lettere di allarme inviate in tutta la regione e oltre, un uomo che per anni ha chiesto sostegno senza essere ascoltato. Ora, con il senno di poi, i cittadini lo ringraziano. Ora.

Sembra quasi di aver raccontato la storia di un eroe, in realtà abbiamo sintetizzato il lavoro svolto in coscienza da un Sindaco che di fronte a una grande responsabilità non si è mai arreso per garantire la sicurezza della sua gente e di tutti.

Cristina Amici Degli Elci

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