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CINGOLI Il contributo di Fileni nel neonato distretto biologico delle Marche

Raggruppa 2.100 aziende e dovrà sostenere e promuovere l’agricoltura bio marchigiana, la soddisfazione di Giovanni Fileni

CINGOLI, 14 dicembre 2021 – E’ diventato realtà il distretto biologico delle Marche, con Fileni a contribuire con quasi il 50%. Apposte le firme al patto siglato nell’aprile scorso dalla Regione e dalle associazioni Agci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Legacoop, Uecoop, Unci e Camera di Commercio.

Il distretto biologico delle Marche comprende 2.100 aziende agricole, 71mila ettari coltivati (che rappresentano il 60% della superficie a biologico nelle Marche) e un fatturato stimato in 100 milioni di euro.

A porre la firma sul documento che fa nascere la nuova realtà del biologico è stato il vice presidente della Regione Marche, Mirco Carloni. Con lui, tra gli altri, anche Giovanni Fileni e Gelsomino Pacetti, in rappresentanza del Gruppo Fileni.

Giovanni Fileni

Si è quindi concretizzata quella che solo qualche mese fa era un’idea.

«Rigenerazione – il commento di Giovanni Fileni, fondatore del gruppo omonimo –, rispetto, territorio e comunità, princìpi base dell’economia circolare, rappresentano i valori in cui Fileni crede da sempre e che ha tradotto nel suo Manifesto di Sostenibilità: un impegno concreto che l’azienda si è assunta verso i consumatori di ieri, oggi e domani. Agire per sostenere e difendere il diritto globale al benessere si traduce in un impegno concreto nel rigenerare la terra, rispettare gli animali, ripulire l’atmosfera, promuovere il territorio, valorizzare i lavoratori, sviluppare la comunità e proteggere le persone».

La Regione Marche ospita realtà biologiche da oltre 50 anni ed è tra le prime regioni in Italia per numero di ettari coltivati secondo i metodi dell’agricoltura biologica. L’obiettivo principale del distretto, sfruttando anche questo primato, è proprio quello di presentarsi come soggetto unico, per avere un peso maggiore sul mercato sia a livello commerciale che promozionale in Italia e all’estero.

L’idea di fondo è che il distretto del biologico diventi una sorta di marchio territoriale che identifichi le Marche come regione bio per eccellenza, attraverso un marketing territoriale e una promozione che valorizzi il prodotto in termini di qualità e competitività sui mercati interni e internazionali.

Un “marchio” che possa diventare anche un traino per molti altri comparti dell’economia marchigiana a partire da quello turistico ed enogastronomico, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio.

Oltre a questo, il distretto si pone anche altri obiettivi, come l’aumento della superficie certificata, portandola al 100% della superficie coltivata nelle aree Natura 2000, la promozione della ricerca della sperimentazione e della formazione, oltre alla valorizzazione della biodiversità agraria regionale.

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