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CINGOLI Riaprire gli ospedali territoriali, non ci si ammala solo di Covid

Il comunicato di “Ancora non è notte a Cingoli”: «Basta tagli, occorre una politica sanitaria capillare per ripristinare reparti chiusi»

CINGOLI, 7 novembre 2020 – Ma il Covid 19 non ha insegnato nulla? Nonostante la tragedia ben nota della Casa di Riposo e il sacrificio ben noto del dott. Francesco Foltrani!

Intanto il precedente governatore regionale ha realizzato, con la professionalità di Bertolaso e risorse private (quando i soldi servono per una nobile causa si prendono da chi li dona, pubblico o privato che sia) un Covid Hospital in quel di Civitanova Marche, ricco di posti di terapia intensiva, da utilizzare anche per l’emergenza attuale.

Dopo 25 anni della stessa politica, abbiamo un nuovo governatore e finalmente un nuovo assessore alla sanità. Speriamo che le cose cambino in meglio, visto che 25 anni di politica uniforme non hanno risolto i problemi sanitari delle zone più disagiate dei territori montani come il nostro.

Gli ospedali vanno riaperti e non chiusi. E la pandemia ha dato la scossa!

L’Hub sanitario di Torrette costituisce un’eccellenza unica per tutti i marchigiani e non occorrono ospedali unici provinciali. Semmai le risorse destinate a questi potrebbero incrementare le specializzazioni di Torrette, onde evitare che i cittadini facciano ricorso agli ospedali e/o cliniche private del nord Italia.

Occorre invece dare ossigeno al territorio con una politica sanitaria capillare che riapra la funzionalità degli ospedali chiusi. Ora più che mai.

Il Covid Hospital sta ai malati di virus come gli ospedali territoriali stanno agli acuti di altre malattie.Pertanto, se la nostra Regione ha già un Covid Hospital, è necessario ed urgente che vengano riaperti i reparti di chirurgia programmata, di medicina dei servizi complementari degli altri ospedali dove i reparti sono stati tagliati nei decenni passati. Basta con i tagli, ora più che mai.

È indispensabile gestire separatamente gli acuti di Covid-19 dagli acuti di malattie non contagiose.

Certo occorrono sostanziose risorse. Dicono che a breve arriverà in Italia una pioggia di centinaia di miliardi dall’Europa. Sarà vero? Lo auspichiamo fortemente. Anche perché parte di queste risorse dovrà essere destinata alle regioni per la sanità e, senza pregiudizi ideologici, al risanamento funzionale degli ospedali del territorio. Come il nostro.

Per la sanità territoriale occorrono molti denari, molte risorse e soprattutto una ferma volontà di salvaguardare le periferie per troppo tempo sottoposte soltanto alla “cura” dei tagli. Accantoniamo la eterna conflittualità perché nel sostegno alla sanità non dovrebbero esistere fazioni politiche, ma un sostegno forte, convinto e unitario alla ricerca e alla accoglienza delle risorse necessarie da chiunque le voglia onestamente e disinteressatamente offrire, pubblico o privato!

Non bastano l’infermiere domiciliare o le “cure intermedie”, se non ci sono i medici, gli infermieri, i reparti, i servizi, gli strumenti…

Comitato “Ancora non è notte a Cingoli”

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