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Cingoli Tari, nessun aumento: e il ristoro del Cosmari che fine fa?

Il capogruppo di minoranza Raffaele Consalvi e Francesco Pacetti: «Tre milioni e 600 mila euro, soldi dei cittadini che pagano il pegno del sito inquinante e ingiustamente prolungato, vanno restituiti a famiglie e imprese»

di Nicoletta Paciarotti

Cingoli, 30 maggio 2022Le notizie trapelate nelle ultime ore riguardo alla Tari, tassa sui rifiuti, hanno lasciato enormi punti interrogativi nella cittadinanza.

Proviamo a fare chiarezza. Venerdì 27 maggio, nell’ultimo Consiglio comunale, tra i vari punti inseriti nell’ordine del giorno, vi era quello della Tari, sotto la dicitura “approvazione del piano economico finanziario e tariffe tassa rifiuti”.

Di cosa si è parlato? All’inizio del mese di maggio era stata resa nota la decisione di Ata 3, Assemblea territoriale d’ambito, di aumentare la tariffa Tari in tutta la provincia di Macerata a fronte dell’aumento dei costi del servizio.

L’aumento, si era deciso, non poteva superare il +6% nella provincia, quindi, per il Comune di Cingoli è stato calcolato un +4%, ovvero 8 euro l’anno, per un totale di +32 euro in bolletta nei successimi quattro anniil bilancio infatti è pluriennale.

La Giunta nell’ultimo Consiglio comunale, quello di venerdì scorso, ha deciso che sarà il Comune a farsi carico dell’aumento e che le tariffe della Tari rimarranno invariate. Nonostante le spese crescenti per il Comune, dovute ai rincari generalizzati, sopratutto quelli energetici, non ci sarà aumento di alcun tipo nelle bollette dei cingolani.

Scelta, questa, che non convince la minoranza.

«Il Comune riscuote un ristoro straordinario di 3 milioni e 600 mila euro dal Cosmari per un allungamento ingiusto di una discarica già piena, e tutto quello che riesce a fare è farsi carico di un +4%?», ha sottolineato il capogruppo di minoranza Centrodestra per Cambiare, Francesco Pacetti.

«Non è sufficiente. Il ristoro straordinario del Cosmari è una copertura finanziaria sufficiente per richiedere una riduzione o addirittura un azzeramento della Tari. Il Comune riscuote circa un milione di euro annui dalla riscossione della Tari, che sottratti all’introito straordinario del Cosmari, produrrebbero comunque un avanzo di bilancio».

«I 3 milioni e 600 mila euro di ristoro straordinario del Cosmari non sono soldi del Comune, ma dei cittadini che pagano il pegno della discarica, comunque sito inquinante nonostante tutte le regole green e che oltretutto ha subito un allungamento ingiusto».

«Molti Comuni hanno ridotto la tassa sui rifiuti in tempo di pandemia per venire incontro alla famiglie, pur non avendo sul territorio una discarica. È assurdo che, nonostante tutte le premesse fatte, questo non avvenga nel nostro Comune».

Il consigliere di minoranza Francesco Pacetti aveva già presentato nel dicembre del 2021 una mozione per richiedere l’azzeramento della Tari: mozione bocciata dal Consiglio.

Ad aprile la proposta era stata nuovamente avanza: questa volta la mozione, firmata da Pacetti e dal capogruppo di minoranza Uniti per Cingoli, Raffaele Consalvi, chiedeva l’eliminazione della Tari per i risiedenti vicino alla discarica, il dimezzamento della tassa per il resto dei cittadini e un bonus bollette per artigiani, commercianti e famiglie.

«Una manovra che era possibile fare, le condizioni c’erano. Alla luce del maxi indennizzo della discarica, i 3.6000.000 euro del Cosmari, la nostra proposta era saggia ed equilibrata. Sono soldi dei cittadini, vanno ridati a famiglie e attività economiche», ha detto Consalvi.

«Un pugno di molliche buttate là in pasto ai cittadini, non comprendendo che molte famiglie stanno vivendo una situazione drammatica, anziani in prima fila».

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