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CINGOLI Vermetti nella mensa della scuola, il “caso” scatena le reazioni politiche

I politici locali commentano l’episodio dei vermi individuati nei piatti destinati ai bambini del plesso dell’Infanzia. Ecco quanto sostengono Saltamartini, Consalvi (Pd) e il gruppo Fratelli d’Italia

CINGOLI, 30 gennaio 2020 – La politica cingolana si interroga sul caso dei “vermicelli” alla Scuola dell’Infanzia di Cingoli. Sono arrivati, infatti, i primi commenti degli esponenti politici locali sul caso che ha scosso l’opinione pubblica.

Consalvi (Pd): «Interpellanza al prossimo Consiglio comunale»

Raffaele Consalvi

Raffaele Consalvi, consigliere di “Uniti per Cingoli” ha presentato un’interpellanza al prossimo Consiglio Comunale per chiedere all’amministrazione comunale quali azioni sono state intraprese. «Noi – ha spiegato – l’abbiamo detto in tempi non sospetti: le mense scolastiche e l’assistenza diretta agli ospiti della casa di riposo debbono ritornare sotto la gestione comunale.  Per noi non è condivisibile che il Comune deleghi il servizio all’ASP di Jesi che a sua volta appalti il servizio ad una multinazionale tedesca! Saremo all’antica, ma noi preferivamo quando la maggior parte dei prodotti erano locali (filiera corta a Km 0) e a dirigere le mense c’erano cuoche del posto. Si può fare! Tanti Comuni hanno una gestione diretta,- come la vicina Macerata».

Saltamartini: «Accertamenti dovranno dare risposte»

Anche il vice-sindaco, Filippo Saltamartini, ha voluto dire la sua sull’argomento. «La gestione delle mense scolastiche – ha spiegato – in tutta Italia è affidata a ditte specializzate. Quello che è avvenuto alla Scuola dell’Infanzia di Cingoli, non può essere ammesso. Punto. Ci sono state delle negligenze? Gli operatori non hanno fatto il proprio lavoro come avrebbero dovuto? Chi avrebbe dovuto controllare? Innanzitutto chi ha cucinato, poi chi ha “spadellato” le minestre nei piatti dei bambini, chi ha acquistato le derrate e non per ultimo chi doveva svolgere la funzione di garanzia, cioè chi è a contatto diretto con i bambini. Gli accertamenti in corso dovranno dare delle risposte».

Filippo Saltamartini

Per Saltamartini non è semplice la ricerca dei responsabili. «Nel codice civile – ha continuato – c’è una responsabilità personale degli insegnanti e degli institori (la Società che gestisce il servizio mensa). Ma se anche le insegnanti che hanno mangiato la minestra non si sono accorte di questi piccoli infestanti naturali, di dimensioni più piccole di un millimetro (micrometro), c’è da domandarsi se davvero c’è stata negligenza. Naturalmente, prima di scagionare tutti, è necessario verificare bene la catena delle responsabilità. I soldi con cui il Comune paga la refezione scolastica sono buoni e costituiscono il sudore del lavoro delle persone attraverso la fiscalità generale e quindi non possiamo ammettere negligenze».

«Chiediamo la cortesia – continua Saltamartini – di non buttarla in politica, come surrettiziamente fa qualche aspirante politico e addirittura qualche mamma di aspirante politico che si domanda: ma qualcuno controlla l’ASP-Azienda servizi alla persona? L’Asp che è un Ente pubblico e cioè un pezzo di tutti i Comuni, non prepara pasti ma ha commissionato l’appalto. I pasti sono confezionati da persone specializzate nella ristorazione. Se c’è da muovere un rimprovero a qualcuno, quello o quella è una persona fisica e la società che gestisce il servizio. Noi del Comune non ci giriamo dall’altra parte».

Fratelli d’Italia: «Impoverimento dell’offerta l’affidamento all’Asp 9»

E’ arrivata anche la reazione del gruppo Fratelli d’Italia di Cingoli. «Per anni – si legge – la gestione delle mense scolastiche e l’assistenza diretta agli anziani della Casa di Riposo erano affidate ad una cooperativa locale, sottoposta a controllo comunale, e la qualità dei servizi erogati cui ha potuto fruire la popolazione è stata sempre elevata (anche i prodotti utilizzati provenivano in gran parte dal territorio). Questo negli anni ha dato sicurezza all’intera popolazione, era un punto fermo di un servizio utile per il bene comune. La scelta politica di affidare alla Asp di Jesi tali servizi ha portato ad un progressivo impoverimento dell’offerta, come quasi sempre accade in gare al ribasso, che ricadono sulla pelle dei cittadini».

Fratelli d’Italia Cingoli con Elena Leonardi

Alcuni esponenti del gruppo Fratelli d’Italia Cingoli con la consigliera regionale Elena Leonardi e con gli esponenti locali della Lega

«Fratelli d’Italia Cingoli – continua il comunicato – da anni si batte contro questa scelta inappropriata che riteniamo da sempre alquanto dannosa per la collettività. Una Amministrazione che affida ad una azienda esterna, la quale subappalta il servizio a terzi (una multinazionale tedesca) e che non si dota di alcun controllo sul suo operato su temi così importanti, non pone al primo posto la tutela della salute né alcuna prevenzione. Chi amministra deve sapere, non chiedere chiarimenti, specie se fa parte in qualità di vicepresidente della stessa Asp jesina. Sono ormai tre i casi di mala gestione, solo quelli segnalati in questo inizio dell’anno scolastico, non possiamo permettere che i nostri figli mangino cibi non conformi ai normali standard e che l’intero iter non sia controllato da nessuno (servizio tra l’altro che le famiglie pagano profumatamente)».

La linea del gruppo di centrodestra cingolana è chiara. «Chiediamo con forza – conclude il testo – non scuse o lancio di colpe agli operatori, che fanno del loro meglio con gli strumenti e i materiali a loro disposizione, ma la presa di coscienza dell’errore politico di affidare senza controllo i servizi mensa all’Asp. La ricerca del risparmio non deve ricadere sulla salute degli studenti e su chi lavora con dedizione, a maggior ragione in una piccola comunità come quella cingolana».

Giacomo Grasselli

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