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Coldiretti Campagne tra siccità e grandine, scatta la conta dei danni

Maria Letizia Gardoni: «Le polizze assicurative sono diventate indispensabili per fare agricoltura con questa situazione»

Ancona, 28 luglio 2022 – Da una parte grandine e vento forte, dall’altra la siccità che continua a bruciare pascoli e raccolti.

Da zona a zona l’emergenza rimane nelle campagne dove ai problemi di siccità si è accavallata nel primo pomeriggio di ieri la perturbazione temporalesca che, a macchia di leopardo, ha portato danni senza peraltro contribuire a ristorare i terreni. E così alla minor produzione legata all’afa e alla scarsità d’acqua – calcolata tra il 30 e il 40% in meno – si aggiungono bombe d’acqua, violente grandinate e vento forte su vigneti, oliveti e orti.

«La grandine è l’evento climatico più temuto dagli agricoltori – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – perché capace in pochi minuti di distruggere le coltivazioni. Proprio come l’ondata di maltempo».

I danni maggiori si sono avuti tra le province di Macerata, Fermo e Ascoli. A Pollenza il forte vento ha danneggiato la copertura di un vivaio mentre in centro a Macerata gli agricoltori hanno dovuto lavorare per ripristinare il Mercato di Campagna Amica di via Morbiducci allagato.

Salva la Valdaso, la grandine ha colpito forte tra Amandola, Comunanza, Montefortino e Ascoli.

presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni
Maria Letizia Gardoni presidente di Coldiretti Marche

«Le polizze assicurative sono diventate indispensabili per fare agricoltura con questa situazione – aggiunge la presidente Gardoni –  tuttavia sono ancora troppo poche le aziende coperte nelle Marche dove appena il 13,5% della superficie agricola è coperto. Le aziende devono convincersi che ormai il clima è cambiato e questi eventi non sono più eccezionali non esiste altro modo per essere risarciti».

La maggior parte delle assicurazioni riguarda la produzione vitivinicola: ben 620 aziende. Al secondo posto ci sono le polizze su grano duro (385), girasole (148) e piselli (109).

Numeri raddoppiati rispetto allo scorso anno ma è ancora troppo poco.

«Dove non è piovuto – conclude la presidente – restano le difficoltà che coinvolgono anche gli allevatori perché anche i pascoli sono secchi. Ciò significa che molti sono costretti ad acquistare mangimi che, nel frattempo, sono aumentati anche del 50/60% per via della minor disponibilità sul mercato».

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