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Come si produce la pasta di Gragnano

Come si produce la pasta di Gragnano

Nel corso degli ultimi tempi si sta parlando con sempre maggiore frequenza di un’alimentazione equilibrata e della necessità di consumare cibi esclusivamente di qualità.

Ecco spiegato il motivo per cui tutti coloro che amano la pasta non possono che apprezzare anche la pasta di Gragnano, una delle tipologie maggiormente diffuse e amate non solo in Italia, ma un po’ in tutto il mondo.

A garantire tutto questo successo a questo particolare tipo di pasta sono le caratteristiche organolettiche e, in modo particolare, gustative.

Proprio per tali ragioni, la pasta di Gragnano è diventata una delle principali prelibatezze della cucina italiana.

Le qualità di un’ottima pasta di Gragnano sono tali da consentire, durante tutta la sua incredibile storia, di farsi apprezzare e conoscere un po’ in tutte le cucine del mondo, conservando sempre quella autenticità che ha permesso di fare di questo tipo di pasta uno dei prodotti di punta della tradizione culinaria napoletana.

Certificazioni IGP e PAT

La pasta di Gragnano viene prodotta all’interno dell’omonima località che si trova in provincia di Napoli, in Campania. Tra le principali caratteristiche di questa pasta che l’hanno resa famosa e apprezzata in tutto il mondo, troviamo indubbiamente sia la certificazione IGP (ovvero di Indicazione Geografica Protetta) e PAT (ovvero di Prodotto Agroalimentare Tradizionale).

Si tratta di due certificazioni molto importanti e che attestano alla perfezione la qualità di questa pasta.

Nel primo caso, ovvero la sigla IGP, il riferimento è al riconoscimento di tutti quegli aspetti legate alla produzione, che rispetta una serie di fasi e di procedure in grado di garantire sempre elevati livelli di qualità, senza dimenticare ovviamente anche il rispetto delle tradizioni.

Per cimentarsi nella produzione della pasta di Gragnano, è fondamentale tenere bene a mente come debbano essere rispettati degli specifici processi di produzione.

Che cosa comportano questi ultimi? Si parte da una lista ben definita di ingredienti da usare, fino ad arrivare ai macchinari che servono per l’esecuzione della trafilatura, così come di un’altra fase decisamente delicata e importante, ovvero quella dell’essiccatura.

La produzione nel rispetto di standard elevati e della tradizionale

La fase iniziale della procedura di produzione è praticamente la stessa rispetto a ogni altro tipo di pasta artigianale, che prevede la partenza da una base, che è rappresentata dalla pasta secca alimentare.

Per poterla ricavare, serve semplicemente realizzare un impasto con acqua e farina. Con la pasta di Gragnano, però, anche questi due ingredienti, per quanto possano sembrare semplici, devono rispettare determinati requisiti.

La farina, infatti, deve essere sempre di grano duro, mentre si deve usare solo ed esclusivamente l’acqua che arriva dalla falda acquifera di Gragnano.

Il procedimento inziale, quindi, permette di creare la pasta secca, mentre la fase successiva è quella che viene chiamata trafilatura. In questo caso, si procede usando solamente dei macchinari in bronzo e viene prima rispetto alla fase di essiccazione, che può avere una durata che va da 4 fino ad un massimo di 60 ore, in base al formato di pasta che viene preso in considerazione.

Uno degli aspetti che fanno più la differenza in merito alla qualità di questa pasta di origine campana, però, è rappresentato senz’altro dal forte legame con il territorio, che emerge in pratica in ogni fase della preparazione. Infatti, sia l’impasto che l’estrusione, ma anche la trafilatura e l’essiccazione devono essere portate a termine sul territorio di Gragnano, altrimenti non ci si può più fregiare dell’etichetta di prodotto autentico.

La trafilatura, ad esempio, deve essere svolta usando solamente dei macchinari in bronzo.

Come mai?

Lo scopo è quello di garantire alla pasta quella particolare rugosità e porosità che consente di combinarsi alla perfezione con qualsiasi sugo tradizionale, ma anche con quelli un po’ più particolari e ricchi, oltre che saporiti.

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