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CORONAVIRUS L’informazione “zoppa” della Regione Marche

«Nonostante l’approvazione della legge regionale, non è stato garantito il diritto all’informazione a sordi e sordo ciechi», lamenta Pietro Celani

ANCONA, 2 marzo 2020 – Ha veramente dell’incredibile il comportamento della Regione Marche circa la mancata attivazione di misure di carattere funzionale, per garantire il diritto all’informazione anche ai sordi e sordo ciechi, in tema di emergenza Coronavirus!

E pensare che appena l’11 febbraio scorso è stata approvata in Consiglio regionale la legge, di cui sono il primo firmatario, che reca “Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni e la piena accessibilità delle persone alla vita collettiva”. Assurdo! E lo è tanto più perché la legge, all’art. 4, stabilisce chiaramente cosa deve fare l’Ente in questi casi, per garantire il sacrosanto diritto all’informazione dei cittadini che rientrano nelle categorie sopra menzionate, anche assicurando negli eventi di particolare rilevanza il servizio di interpretariato simultaneo in LIS e in LIST, in presenza e/o a distanza.

Ed allora, perché accanto al numero verde, come più volte ho richiesto, non è stato indicato un numero telefonico “dedicato” per sms e whatsapp, in modo che anche queste categorie svantaggiate potessero comunicare con le istituzioni regionali?

E perché il numero verde è attivo solo dalle 8 alle 20? Forse il coronavirus di notte riposa? Ed ancora: perché in ogni conferenza stampa non è stato attivato il servizio di interpretariato?

Proprio per questi motivi, ho presentato un’interrogazione urgente al presidente Ceriscioli affinché provvedesse a riparare questo grave vulnus, anche se, vista la grande confusione che ad oggi ha ingenerato sull‘argomento, credo che ormai ci sia poco da riparare, ma solo da non procurare ulteriori danni.

Piero Celani

Vice Presidente del Consiglio Regionale (Forza Italia)

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