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Ricette per il sorriso

COTTO E MANGIATO La rubrica di Gioia Morici

cotto e mangiato vignetta gioia

AVANTI TUTTA E TOCCAMO FERRO

Buio alle 5 di pomeriggio, vip che trapassano e un lockdown sempre più vicino: manca solo che te sòna il campanello il Conte Dracula e semo a posto. Raga’…ma che periodo de emme eh?? Io, per non sape’ né legge né scrive, ho comprato un cornetto rosso da mezzo chilo e vi preannuncio che me lo appenderò al collo tipo campanaccio. Aaah, qua l’aria non è bella, c’è poco da scherza’: come te sveji c’è qualcuno che c’ha stirato le penne. Un magò, gente mia, stamo sempre a piagne! E quando non ce travolge una notizia funesta, sbuca Peppe con un decreto nòvo che ce fa venì voja de falla finita. Quanto duramo de ‘sto passo?? Dice: è colpa del comitato tecnico-scientifico! È colpa de Trump! È colpa del Papa che ha schiaffeggiato la cinese! C’hai fatto caso? È sempre colpa de qualcun altro.

Che se cambi dentista, quello mentre te visita te dice: “Guardi, di solito non parlo male dei colleghi, ma qui le hanno combinato un disastro. Tiè, guarda che roba”. Che tu rimani come un baccalà anche perché manco puoi parla’ coi ferri in bocca e allora che fai? Niente, non puoi fa’ niente. Stessa cosa se porti la macchina dal meccanico: quello guarda il motore e se mette a ride, cioè te ride proprio in faccia, capito? “Chi ce le ha messe le mani qui prima di me, eh? Un delinquente ce le ha messe! Tie’, guarda che roba!”. Aho, te dice la stessa frase del dentista! Idem per il muratore, l’elettricista, il politico…toh, tanto per esse attuali, il virologo. E tutto va avanti dentro a ‘sta gigantesca catena de Sant’Antonio, dove nessuno ha una cippa di responsabilità e tutti se la ridono sotto i baffi, tutti, tranne l’ultimo, che poi è quello che viene fregato, che se guarda indietro con un senso di impotente sconforto, perché è impossibile capi’ da dove la fregatura provenga, forse da altre epoche, quando se girava ancora scalzi e ce se arrampicava sugli alberi.

Qual è il rimedio, direte voi? Una volta avrei detto l’alcol ma adesso manco gli aperitivi potemo fa’ più, che alle 6 del pomeriggio semo già dentro casa col plaid, il pigiama de flanella e le babbucce. Ce manca solo che il Signore me se porta via Richard Gere e veramente su ‘sto 2020 ce metto ‘na riga sopra. Ah, Rickiii…Ricky miooo (da pronunciare con sospiro lamentoso, le mani al petto e l’occhio traslucido tipo Maria trasecolata divinamente affranta)! Vogliamo aprire una parentesi di luce baffina su questo articolo?? Sir Richard Tiffany Gere: uno dei pochi esemplari d’omo più sècchesi da vecchio che da giovane. Senza botox, senza parrucchino, senza ritocchi artificiali, alla veneranda età di 71 anni, signori miei, Riccardò è ancora un grandissimo pezzo de figo. Un pennellone magnum che se te invita a cena tu ci vai senza esitare, non ci sono cazzi, non è che pensi “ma nooo…potrebbe essere mio padre”. Se ti invita a cena Mister American Gigolò in persona, non solo accetti in un nanosecondo, ma per ringraziare la Divina Provvidenza vai pure a piedi a Loreto e accendi 80 ceri nella Santa Casa di Maria. Ma che scherzi?? Qui stiamo parlando di una pietra miliare dell’immaginario endocrino femminile, uno che co’ ‘no sguardo te spiana tutte e due le tube de Falloppio, uno che, se te sussurra all’orecchio “Shall we dance?”, tu vai giù dritta ko per terra co’ la pozzetta della bava sulla mattonella.

Ecco, so’ passata dalle onoranze funebri agli svarioni ormonali senza capì come né perché. Lo ammetto, non sto benissimo, meglio che vada. Adesso qui ci vorrebbe un finale. Una roba col botto, tipo con gli applausi e la musichetta de Pretty Woman in sottofondo. Ma purtroppo devo scappa’ dal carrozziere.

 

Gioia Morici

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