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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

MA IO DICO: BOH

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Caro Babbo Natale,

ti scrivo questa letterina in anticipo, visto che manca ancora un mese al 25 dicembre, ma anche in netto ritardo, se consideri che sono alle soglie della menopausa. Tante volte quindi aprissi la busta e, notando la mia età, esclamassi “Ohibò, ma adesso questa che vuole?!”, ti dico subito che non è certo questo il modo di reagire: cerca di essere comprensivo ed evita apprezzamenti fastidiosi che non è aria.

Non è aria, Babbo, perché sappi che il Natale mi mette l’ansia. Mista all’angoscia. E manco poca. Quindi adesso ti trasmetto l’elenco di quei modici ma fondamentali regalini che gradirei trovare sotto l’albero, onde ritrovare la Gioia che è propria del mio nome nonché del mio essere intrinseco:

  • Beh, come prima cosa, portami qualche neurone in buono stato. Grippati quei sette-otto ingranaggi su dieci, saltata quella manciata di valvole, persa qualche rotella per strada, imbevuto il tutto di abbondante Jagermeister, si fa presto a capire che non c’è rimasto molto che funzioni nella mia testa. E io lo sento che sono a un passo dal tracollo, lo sento. Quindi, Babbo, vai e colpisci: una mezza chilata di sinapsi fermentate vive, che poi le tengo in frigo e ogni tanto ci faccio lo yogurt per il cervello (sì, lo so, “cervello” è una parola molto grossa…quella roba che mi si accende a intermittenza tra le orecchie).
  • lauraLe canzoncine di Natale a tutte le ore del giorno no. Dai. Ti prego. Non ce la posso fa’. Poi quest’anno è pure uscito l’album strenna di Laura Pausini. Cioè: c’ho una madosca per capello e come non bastasse mi mandi Lauretta a mo’ di ultima piaga d’Egitto? Non sia mai un Eric Clapton, uno Sting, uno Steve Wonder. No: Lauretta Pausini. Io dico: boh. Ma ti rendi conto? Io entro in un negozio, pieno di gente impazzita per pacchi e pacchetti, quindi ho la rabbia e la tristezza che mi attanagliano in un’unica morsa la circolazione sanguigna, e d’improvviso in filodiffusione mi parte “Let it snow” con l’accento romagnolo di Lauretta. No, dico: boh. Mi vuoi vedere morta?? Scusa, Babbo, ma l’hai visto il video promozionale del disco? Beh, se non l’hai visto, guardalo: https://www.youtube.com/watch?v=ph5t8te1HQg. Questa ce sta seria. Convinta proprio. E ce fa pure la figa. Aho: adesso fa la figa pure la Pausini! Io dico: boooh.
  • Aiutami, durante i cenoni, a digerire la spropositata quantità di cibo sulla tavola ma soprattutto le domande del cazzo dei parenti attorno alla tavola: “Sei fidanzata? Quando ti sposi? E i figli??”. Credimi, Babbo, quando mi fanno ‘ste domande, mi assale una voglia incontenibile di sganciare siluri distruttivi e godermi sadicamente le facce dell’imbarazzo: “Ce l’hai il ragazzo?” “No, zia, ho la ragazza. Sapessi che numeri! Però, non so, ho sempre l’impressione che mi manchi qualcosa…da quello che si dice sulla tua spensierata giovinezza, sono certa che capisci perfettamente questo mio senso di vuoto, eh, zia??”.
  • Diffondi una laringite acuta afonizzante a quanti (troppi), già a partire da fine ottobre, ti pongono quell’insopportabile-insostenibile-intollerabile quesito della cippa ovvero (rullo di tamburi): “Che fai a Capodanno?”. Ecco, io adesso lo metto nero su bianco: al prossimo che me lo chiede, sempre per il senso sadico di cui sopra, fornirò la seguente risposta: “Faccio un’orgia satanica”. Spargi dunque la voce, Babbo, che la pazienza l’ho finita e quindi con me d’ora in poi bisogna stare molto calmini con gli interrogatori. Molto, molto calmini.
  • Se, nella tua infinita cattiveria, decidi di farmi passare San Silvestro nella mia città con le modalità standard che notoriamente odio, io ti imploro, ti supplico, ti scongiuro: abbattimi prima che cali a mo’ di sciagura sulla pista da ballo quella lassativa musichetta filo-carioca, che in Brasile, giustamente e dignitosamente, ignorano. Babbo, un solo altro trenino con sottofondo “Brigitte Bardot” e io, te lo giuro, mi taglio le vene.
  • Qualora, considerate le mie richieste, volessi risparmiare tempo e fatica, puoi regalarmi direttamente un biglietto aereo per le Galapagos partenza la vigilia-ritorno dopo l’Epifania. Dai, Babbone, rendimi felice: fammi saltare a piedi pari le feste. Voglio stendermi su una spiaggia dorata con un cocktail in mano e il suono delle onde a cullarmi dolcemente in lontananza. Perché, sì, i baci sotto il vischio, gli abbracci di chi ti vuole bene, l’amore che ti riempie il cuore e l’anima: come diceva Pizzul, è tutto molto bello. Ma anche una pennica sotto una palma con un mojito in mano e un mulatto che ti sculetta all’orizzonte non scherza per niente.

Con affetto e simpatia lascio qui la firma mia.

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