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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

IL FREDDO, LE CORNAMUSE E GOLDRAKE

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“Brava, complimenti! M’hai fatto sganasciare con l’ultimo pezzo…certo però che non hai una gran considerazione degli uomini, eh??”. Ecco, non avete capito una cippa. Intanto, qui, io devo premere sull’acceleratore. Per strappare il sorriso le note vanno forzate, esagerate e anche distorte, se necessario. Prendere in giro funziona così. Ma io prendo in giro tutto e tutti, donne per prime. Certo col maschio è più divertente perché lui fa già ridere del suo. Ma come potete pensare che io non abbia considerazione di questa eccezionale, incredibile, abbagliante creatura?? Aho, io MI INNAMORO dell’uomo, mica cotica! È grazie a lui che il mio cuore vibra del sentimento più alto, quello che dà senso alla vita: potrei forse amare qualcuno che non stimo?? Dai, non scherziamo. Anzi, scherziamoci proprio. E di brutto. Ma veramente ce volemo sta’ seri? Qua per strada è in agguato lo zampognaro co’ la cornamusa e io devo fa’ la persona a modo?? Scordatevelo. Quindi, bando alle ciance e anche oggi affrontiamo con ironia l’argomento “maschio” (così ingiustamente vilipeso, bistrattato, strapazzato), rendendo merito alle sue mirabolanti doti intrinseche: il CALORE, ad esempio. Ma vuoi mettere il caldo che sprigiona un corpo virile??! Aho, la scienza non è stata ancora in grado di quantificarlo: una roba fuori dall’immaginario! Quale sbalorditiva meraviglia è, d’inverno, avere questo “boiler” vicino?? L’uomo come scaldotto sotto le coperte: PATRIMONIO DELL’UMANITÀ. Tu ti avvicini coi tuoi piedi femminei pietrificati dal freddo, praticamente sei un cadavere con l’etichetta sull’alluce pronta per l’obitorio, e lui, zitto zitto, senza neanche lamentarsi troppo, ti concede una parte della sua energia termonucleare. Weh, con un pezzo di stinco di maschio ci illumini mezza New York, mica ‘sti par de ciufoli a merenda…perché il gelo lui non lo sente, anche se è fatto di ciccia come noi femmine, la brina (mistero della fede) non gli trapassa la pelle. Capito?? Il ghiaccio, sì, gli tocca l’epidermide, ma l’epidermide non trasmette il messaggio di “freddo” al cervello. E, si sa, se il messaggio non arriva, il cervello non recepisce. Ma cosa – e sottolineo – cooosa  recepisce il cervello di un uomo?? La passera, gli spaghetti alla carbonara…la passera l’ho detto?? Insomma, la memoria dell’hard-disk è già piena, non è che ci puoi scaricare altri dati. Quindi, a dicembre inoltrato, la scena di ordinaria convivenza notturna, praticamente in tutto il mondo, è questa: tu (donna) avvolta come una mummia egizia nel tuo pigiama di cinque strati di flanella, i calzettoni di lana merinos (preriscaldati sul termosifone) tirati su fino al ginocchio, la copertina di pile sulle spalle, il colbacco del dottor Zivago in testa e i guantoni da sci di Reinhold Messner pronti sul comodino. Lui: magliettina di cotone a maniche corte e mutande. Punto. E ti dirò di più: se è in vena di lasciare libero il volatile, manco le mutande. Cioè: fuori sono venti gradi sotto zero e lui dorme mezzo nudo. Mah. Alcuni dicono che sia una questione di ormoni, secondo me invece è perché le sue cellule conservano la memoria di quando era uno yeti pieno di peli e viveva sopra una gigantesca calotta artica. La verità è che nel DNA dell’uomo c’è ancora la caverna. Quella preistorica. Quando la ruota non era ancora stata inventata e i dinosauri s’erano appena estinti. Quando a malapena c’era la posizione eretta, eppure lui, Australopiteco con gli artigli ai piedi, il capoccione da scimpanzé e i grugniti al posto dell’alfabeto, combatteva contro le peggiori avversità, contro i più feroci cataclismi, contro un intero pianeta nel pieno del caos primordiale con la sola forza della tigna. Perché, diciamolo, altro che acqua: l’uomo è fatto per il 90% DE TIGNA. Che per altro è evidente sin dalla tenera età. Avete mai osservato un maschietto mentre gioca? Diversamente dalla bimba, che può stare le ore seduta in disparte con la sua bambolina, lui corre, urla, sbraita, salta, si rotola, sparge bombe a mano e si arrampica su qualunque superficie lo circondi: sedie, tavoli, credenze, armadi, alberi. Ovviamente poi cade. Allora arriva la mamma che, amorevolmente, gli spiega che certe cose sono pericolose, che non si può andare allo sbaraglio, che bisogna stare attenti. “Capito, Giacomino?? Non farlo più, altrimenti poi ti fai male e piangi”. A differenza della femminuccia che, da sola, dopo la prima ruzzolata, immagazzina il concetto “arrampicarsi-cadere-dolore”, il bimbetto ascolta senza la minima partecipazione emotiva le parole della madre e poi cosa fa? Tempo due secondi e si arrampica di nuovo sul ramo più alto. Allora non capisci, dirai tu…cazzarola, il sangue ti zampillava a pisciarella dal mento fino a un attimo fa! Nooo, non è che non capisce: il maschio non ha coscienza dei propri limiti. Lui è certo di poter fare qualunque cosa. Qualunque. Allora, me lo spiegate, adesso, come si fa a non amare uno che, seppure col fisico da zeppetta del ghiacciolo, è convinto di essere Goldrake??

Uomo, grazie perché combatti i mostri lanciati da Vega, il tuo cuore nessuno lo piega…e poi “vai, distruggi il male e vaaai”! Certo, de spaziale st’alabarda c’ha ben poco, ma con tanta-tanta speranza confidiamo nelle infinite vie dell’Universo.clava

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