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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

 


IL FANTASTICO MONDO DI CAZZENBERG

C’è una frase che un uomo non vorrebbe mai e poi mai sentirsi dire. Una frase che gli scatena attacchi di panico, depressione fulminea nonché impotenza erettile. Una frase al cui cospetto “dobbiamo parlare”, “ti tradisco col tuo migliore amico” e “stasera viene mamma a cena, niente Champions” diventano piccole, innocue, ridicole bazzecole. Una frase che resetta speranze, fantasie, pulsioni metaboliche e memoria cellulare. E questa frase è: “AMORE, ANDIAMO ALL’IKEA?”. È una frase che solitamente la donna pronuncia senza preavviso, colta da raptus istantaneo mentre fissa un punto invisibile sul muro, dove sta immaginando un quadro, una tenda, una mensola o qualcosa di indefinito che sicuramente gli svedesi, nell’immensa vastità del loro sadismo domestico, hanno concepito. Una frase pronunciata nella quasi totalità dei casi di domenica mattina, quando il sole splende alto nel cielo, l’aria è mite e tutto, ma proprio tutto (case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale) ti sussurra dolcemente all’orecchio: “vai al mare…vai al mare…vai al mare…”. Scordatelo: se la tua donna ha deciso che si va all’Ikea, si va all’Ikea, punto. Quindi, dopo il traffico della zona industriale, il rosario per trovare il parcheggio, tra fiatelle insostenibili, ascelle decomposte, spintoni, borse, pacchi, carrozzine, schiamazzi di figli indemoniati e cani rassegnati al guinzaglio, eccoti all’Ikea! Questo universo parallelo popolato da oggetti casalinghi di ogni forma e dimensione, con nomi da codice fiscale alieno che un apparato vocale normale non è in grado di pronunciare: Karlstaaad, Långfjäll, Grundtal, Bjursta, Poäng, Smörboll…Tu mi dirai: ma che madonna vòle di’?? Non vòle di’ UN CAZZO…ecco che vòle di’! Sigismondo Ikea, fondatore dell’omonima catena, quando necessita di un nome  per un soprammobile, registra i lamenti della suocera che soffre de renella renale e poi a casaccio li appioppa ai vari prodotti. Ah fresconi…quello ce piglia a tutti per il culo! Ma sai le risate che si fa, lui, coi castelli a sbluso che si ritrova, mentre pensa a noi che facciamo la fila per avere il cavatappi ergonomico “Cazzenberg” a 9 euro e 99 centesimi?? Già, perché, all’Ikea, il “99” è fondamentale: ti serve una maniglia? La trovi a 4 euro e 99. Lo scopettone per il cesso? 2 euro e 99. Gli asciugamani abbinati allo scopettone per il cesso? 14 euro e 99. SAI QUANTI EURI C’HA INCULATO SIGISMONDO CO’ ‘STA STORIA DEL 99?? Perché 99 qua, 99 de là, te pare de spende poco e allora butti…butti nel carrello…poi arrivi alla cassa e la tipa con la faccia da serial-killer (lavòrace ‘n po’ te de domenica all’Ikea!) ti spara la revolverata: “Sono 597 euro e 99”…spatapam: addio coronarie! Qui la voce della coscienza finanziaria che alberga in te emerge nitida: “Alla fine del mese, se avvicini il portafogli all’orecchio, riesci a sentire la Caritas e hai appena buttato 600 euro in minchiate invece di startene gratis in spiaggia…IMBECILLE!”. C’è solo un modo per non spendere un patrimonio se varchi il capannone nordico: non infilare nulla, e sottolineo nulla, nel carrello. Perché, per un diabolico sortilegio fiammingo, se nel carrello infili una cazzata, poi ne seguono a effetto domino altre centocinquanta. E centocinquanta robe nel carrello, vuol dire centomila viti da montaggio…e centomila viti da montaggio vuol dire che, bestemmiando allegramente in sottofondo, 1) avrai ferraglie sparse ovunque ma mancheranno sempre DUE chiodini…cercherai dappertutto, non li troverai, qualunque cosa nella cassetta dei tuoi attrezzi sarà inutile perché i mobili dell’Ikea vogliono solo i bulloni dell’Ikea, quindi dovrai tornare all’Ikea 2) impiegherai 14 ore per montare, a cazzo di cane, un mobiletto di merda che neanche volevi, rischiando l’embolia cerebrale per colpa di quei disegnini decerebrati egizi al posto delle istruzioni. Ma porca de una Stoccolma ladra, tre righe de spiegazione, dico tre, razza de un Sigismondo che non sei altro, ce le vòi spreca’?? Nooo…hai da morì mentre avviti i pezzi e, se riesci a scampare alla morte, sappi comunque che presto entrerai nel tunnel della droga di Ikea Family. Con lo scopo di indurti alla dipendenza della sua merce, Ikea infatti cosa fa? Più o meno a metà della gincana espositiva, sprigiona dalle bocchette del soffitto una sostanza tossica che ti rende incapace di intendere e di volere. Non ti sei mai accorto di che pezzo di rincoglionimento ti pervade dopo un po’ che sei nei reparti?? Aho, una volta uscito, te ce vuole un paio d’ore bone pe’ torna’ normale! Beh, caro mio, quello è Sigismondo Finocchiaro che ti gasa a tutta randa a tua insaputa per piegarti al volere di Godmorgon!! E a quelli più resistenti je rifila le polpettine de lontra scandinava: te magni una decina de quelle e te ritrovano dopo una settimana dentro una cassa de cartone compensato a forma de salmone…naturalmente smontato!

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