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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

ERAVAMO IO, LA NEVE E GIORGIO MASTROTA

La neve mi ha murata viva in casa e con tutto quel bianco, sai com’è, ti metti a pensare. All’inizio è stata dura, non sono abituata a ‘ste cariolate de attivismo cerebrale tutte in una botta. Poi, mentre ero mummificata sul divano, ho avuto un’illuminazione tantrica e ho capito tutto: io da grande voglio fare la signorina che pubblicizza i materassi in tv. Avete presente quella che si spalma a quattro di spade sul letto e finge di dormire accarezzando dolcemente la gommapiuma? Ecco, quella lì. Ma pensa che professione meravigliosa! Ti pagano per pomiciare col materasso! Raga, è il lavoro MIO! Sai che penniche mentre Mastrota spiega i vantaggi delle molle ortopediche! Dice: “Guarda che nella frase precedentemente espressa ci sono un paio di anomalie”. Quale frase? “Da grande voglio fare la signorina che pubblicizza i materassi”. Che anomalie? “Da grande” e “Signorina”. Eccoci qua, a sbattere il grugno contro l’età. Sì, lo so, mi chiamano tutti “signora” dandomi del “lei” già da un pezzo e qualcosa vorrà pur dire. Ma io dentro mi sento ancora “signorina”. E allora: quando inizia veramente la vecchiaia? Accreditate ricerche scientifiche hanno dimostrato che si varca ufficialmente la soglia della terza età nel momento in cui si pronuncia il verso “Oplà” per rialzarsi dalla poltrona. Le avvisaglie che danno il segno dello scorrere inesorabile del tempo, comunque, sono svariate: sei vecchio se usi lo smartphone con l’indice, se cammini con le mani dietro la schiena, se detesti la musica nei locali, se non ti dispiace andare all’Ikea, se non vedi l’ora di usare il detersivo appena comprato. Ma anche se non riesci a vedere un film per intero senza addormentarti, se il marsupio inizia a sembrarti una bella idea, se quando fai sport lo racconti orgogliosamente a tutti, se uno spuntino notturno lo digerisci dopo due giorni, se al mare riesci a passare una giornata intera senza fare il bagno, se ripetutamente e ostinatamente ad ogni discorso inserisci la frase “Ai tempi miei…”. Che poi essere diversamente giovani ha anche i suoi vantaggi. Voglio dire, si sganciano provvidenziali e liberatori vaffanculo con molta più nonchalance rispetto all’età imberbe. A tutto vantaggio del fegato, per altro. Certo  bisogna fare attenzione a non eccedere con la sicumera perché altrimenti si diventa insopportabili. Prendi ad esempio il matusa che c’ha la svolta salutista. Sì, dai, quello che il giorno prima si beveva il Titanic e il giorno dopo è San Francesco. Quello che di botto smette di fumare, di bere, di mangiare, di fare festa, diventa prima vegetariano, poi vegano, poi crudista, poi respiriano, con fissazioni talebane ai limiti del serial killer. Di solito te lo ritrovi seduto accanto a cena che, mentre rigiri le pappardelle al cinghiale con la forchetta, ti sbobina dei predicozzi di un’ora parlandoti delle centrifughe di ravanello (rigorosamente biologico) che assume la mattina all’alba mentre fa yoga kundalini ascoltando Jesahel. Stare al ristorante con lui, in pratica, è come un parto senza epidurale. Che mentre parla gli vorresti solamente dire: ma perché non ritorni alcolizzato e la fai finita una volte per tutte? Invece per educazione fai sì con la testa mentre dai la quarta spolverata di parmigiano sopra quel cinghiale immolato sull’altare della tua panza. Ecco, a proposito di panza: sul materasso di Mastrota, coi miei addominali a pappardella di cinghiale, dite quel che vi pare, ma io mi ci vedrei proprio bene. Allora, dai, cambiamoli ‘sti stereotipi pubblicitari: su Eminflex mettiamoci una bella tardonazza dal culo piazzato che ha smesso di fumare, non disdegna i borselli a tracolla e all’occorrenza sgancia certi vaffanculo da coppa Uefa. E sì, lo ammetto, quando mi accuccio al supermercato per prendere i ceci, poi per rialzarmi devo dire “Ohissa”…ma, aho, lo faccio con uno charme che Queen Elizabeth scansati proprio. Significherà pur qualcosa la finezza, CAZZO.

Gioia Morici

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