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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

STRANO MA VERO ovvero LETTURE DOMENICALI IN LEGGEREZZA

 

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Potrei parlarvi di Raffaele Sollecito, condannato in primo grado ma poi assolto dall’accusa di omicidio, novello opinionista di cronaca giudiziaria per Mediaset. Oppure del figlio di Totò Riina, che si è fatto intervistare da Bruno Vespa a “Porta a Porta” scatenando il putiferio mediatico. O magari del referendum di oggi per l’abrogazione della legge sulle trivellazioni, noto per il tristissimo slogan “Trivella tua sorella”. Potrei. Ma non lo farò. Perché qui si cazzeggia. Qui ci si distrae dal tran-tran quotidiano. Qui ci si alleggerisce dal virus intestinale del figlio, dal brontolio della suocera, dalla moglie che vuole fare un salto all’Ikea per vedere se c’è il Godmorgon scontato per il bagno. E quindi vi parlerò di notizie stupide. Molto stupide. Notizie che sembrerebbero inventate e invece, vi assicuro, sono assolutamente vere. Della serie: perché gli alieni dovrebbero invaderci quando possono tranquillamente continuare a ridere di noi??

sedereEcco la prima: hanno inventato un dilatatore per abbronzarsi in mezzo al sedere. Sì, avete capito bene. È una specie di rondellina che si posiziona tra una natica e l’altra, studiata per permettere un colorito integrale senza neanche un segnetto del costume. Certo, bisogna stare attenti ai movimenti in spiaggia, perché metti che ti addormenti sull’asciugamano e ti rigiri di scatto nel sonno oppure, alzandoti senza fare mente locale, stringi inavvertitamente le chiappe e allora beh…ciao…valla a ‘rtroà la rondellina!

Vai con la seconda: un ricercatore dell’università di Rochester ha creato un algoritmo per capire se l’autore di un tweet stia bevendo oppure no mentre scrive. Dice: a che cazzo serve? Ecco, se fai questa domanda, vuol dire che non te sei mai ‘mbriacato. Perché i messaggi più compromettenti, quelli per i quali dopo aver premuto invio ti rendi conto che hai appena fatto la peggiore figura di merda della tua vita, li lanci nell’etere quando il tasso alcolemico offusca la capacità di intendere e di volere. Quindi ‘sto Nabil Hossain, cima in matematica, che evidentemente in passato ha combinato qualche numero da paura, s’è inventato un sistema automatizzato che permette di stabilire con ottimo margine di precisione (tra l’82 e il 92%) se chi twitta ha bevuto oppure no. Io propongo lo step avanzato: creare un’opzione sul telefonino che ti impedisca di whatsappare, inviare e-mail nonché far partire chiamate se hai superato il terzo Negroni.

sangueMa andiamo avanti: a San Diego, California, esiste McKamey Manor, la casa dell’orrore più paurosa al mondo. I visitatori (che non possono uscire una volta entrati a meno che non siano colti da un serio malore) si ritrovano ad essere i protagonisti di un autentico film horror che dura dalle 4 alle 7 ore. Tanta è la paura che si prova tra quelle mura (ex manicomio dove sono capitati truci omicidi), che nessuno, nemmeno un manipolo di marines nerboruti che spavaldamente pensava di spaccare tutto, è riuscito ad arrivare alla fine della performance. C’è chi addirittura ha collassato, tanto per rendere l’idea. Che cosa può capitare una volta strappato il biglietto d’ingresso? Beh, ad alcuni visitatori legati e imbavagliati hanno infilato la testa in gabbie piene di serpenti: ecco, “robette” così.  Che dite ci mandiamo Renato Brunetta? Ma non come visitatore, come attore. Per me, mascherato da nano malefico con la faccia sporca di sangue e un’accetta alla Shining in mano, alla gente je fa pija’ un colpo secco!

Sempre di terrore parliamo, seppure mosso da tutt’altra causa, quando leggiamo di quel 23enne americano che ha finto la sua morte con la fidanzata pur di sfuggire al proprio matrimonio. E già: ad un passo dalle nozze fissate con la candida Alex, tale Tucker Blandford, evidentemente colto da panico all’idea di infilare al dito la fede nuziale, ha chiamato al telefono la ragazza fingendo di essere il proprio padre e raccontando di essersi suicidato. Si sa che le bugie hanno le gambe corte, per cui il frescone è stato presto smascherato. Di lei si son perse le tracce: c’è chi dice che è entrata nell’Ordine delle Carmelitane Scalze, chi asserisce che è finita nel tunnel della droga, chi è convinto che ha cambiato sesso e continente e oggi lavora alle poste di Reggio Calabria col nome di Ugo.

Ovviamente concludiamo col pecoreccio: un giovane indiano, attirato da una promettente pubblicità online, ha speso 90 dollari per farsi recapitare a casa quello che credeva essere un dispositivo per l’allungamento del pene. Peccato che, quando ha aperto la scatola, ha scoperto che dentro altro non c’era che…una lente di ingrandimento! Deficiente? Sì e sicuramente anche nano. Perché la ricerca inglese, dopo anni di studio su un campione di oltre diecimila uomini e verifiche su lunghezza, larghezza e circonferenza del “pacco” dallo stato soporifero a quello siffrediano, ha stabilito ufficialmente che esiste una consistente correlazione tra le dimensioni dell’attrezzo e l’altezza del proprietario, per cui tendenzialmente i maschi più alti ce l’hanno più grosso rispetto a quelli bassi. Ecco, oggi più che mai dico che Superman, col suo metro e novantatre de abbondanza cosmica, era il massimo che si potesse desiderare…però, weh, voialtri pensatela un po’ come cacchio ve pare!

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