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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO La rubrica di Gioia Morici

IL MASCHIO AL MARE

Il maschio al mare arriva bestemmiando perché ha girato due ore per trovare parcheggio, quindi per prima cosa si beve un caffettino rilassante al bar, dove fa il piacione con la cameriera con le stesse becere battute dal 1982.

Il maschio al mare prima di fare il suo ingresso in spiaggia compra La Gazzetta dello Sport. Quindi si dirige alla sua sdraio, si leva la maglietta e per 40 minuti buoni legge i risultati sportivi sotto il solleone senza battere ciglio né emettere suono alcuno. Giunto al 3° grado di ustioni sulla pelle, il maschio al mare chiama la moglie per farsi spalmare la crema protettiva. Il verso per richiamare l’attenzione è sintesi di eleganza, grazia e sobria delicatezza: “MARISAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!”.

Dopo un po’ di tintarella, per distrarsi un po’, il maschio al mare si dà al suo sport preferito: guardare i culi delle donne. Pertanto si posiziona tatticamente sotto l’ombrellone per avere sott’occhio il bagnasciuga e, fingendo indifferenza, inizia a scannerizzare con precisione chirurgica una ad una tutte le fanciulle che passeggiano. Come Alain Delon alla giuria di Miss Italia, mentalmente dà pure i voti: alla bionda 7, alla rossa 5–, alla mora con la quarta di reggiseno 9.

Verso le 11 il maschio al mare decide che è giunto il momento di farsi il bagnetto. Si alza dalla sdraio, si sistema energicamente le bolas nello slippino come segno di supremazia sul territorio, quindi va verso l’acqua, mette un piedino, poi l’altro, poi si bagna il pancino, braccio destro, sinistro e si tuffa come Esther Williams.

Finito il bagno, il maschio si avvia verso la doccia della spiaggia, che per lui va adoperata esattamente come la doccia di casa. Sotto gli occhi attoniti degli astanti si ravana vigorosamente ogni interstizio cutaneo, passando al setaccio con ampi movimenti circolari nell’ordine:  collo, capelli, ascelle, piedi, ma anche sopra, sotto, davanti, dietro e dentro il costume, senza badare alla fila chilometrica di persone che nel frattempo si è formata.

Alle 13 in punto chi c’è c’è, il maschio al mare ha da magnà. Lo capisci perché, per chiamare a raccolta la famiglia e sottolineare la sua fame leonina, emette il solito leggiadro verso di richiamo: MARISAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!! (ma con più enfasi). Quindi si incammina verso il ristorante facendo rimbombare i suoi zoccoli del dottor Scholl da 25 chili l’uno sulla passerella per far capire a tutti chi è che comanda.

Al ristorante lungomare il vero maschio ch’è maschio ordina linguine allo scoglio, frittura mista, insalatina per sgrassare la bocca, mezza acqua gassata (temperatura polare) e mezzo vino bianco fermo che poi miscelerà nello stesso bicchiere per ottenere la bevanda estiva dissetante per eccellenza: il “paccatello”. Outfit del maschio seduto a tavola mentre rosicchia lo scampo scrutando indomito l’orizzonte: maglietta Bagni Nello 1994 accartocciata sul collo, torso nudo con peli arruffati dal sudore e catenina d’oro a vista.

Alle 14.30 non c’è tsunami che tenga, per il maschio al mare scatta l’unico metodo digestivo certificato ISO-9001: la pennica sulla sdraio con bocca semiaperta e palla sinistra che fuoriesce dal costume. Dopo tre partite a bigliardino, quattro a calcio tennis e un paio di bagnetti pomeridiani, per il maschio è tempo di tornare a casa. La giornata marittima finirà quando il maschio, entrando nell’abitacolo surriscaldato della macchina che è stata 8 ore sotto il sole cocente, emetterà l’unico vero urlo del signore del Mediterraneo: MARISAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!

Gioia Morici

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