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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO La rubrica di Gioia Morici

cotto e mangiato vignetta gioia

FOOTING ROSA IN TEMPI ARANCIONI

 

Cari amici di Maria, oggi disserteremo di una insidiosa questione che sta prendendo piede in città: le vecchiarde che camminano a gruppi occupando tutto il marciapiede.

Questa formazione urbana femminile, detta anche “a sciame” o “a macchia di leopardo” o “ammò ndo madosca passo??”, è la versione avanzata di quella che si osserva d’estate al mare allorquando nugoli di attempate matrone, al grido di “daje che ce fa be’ pe’ le gambe”, monopolizzano il bagnasciuga per passeggiare in acqua.

Ma dove nasce nella tardona l’esigenza compulsiva di deambulare a mazzi? Come arginare tale piaga sociale che sull’asfalto sta acquistando proporzioni allarmanti? Esimi antropologi dalla capoccia tanta stanno tentando di spiegare questo dilagante fenomeno senza apprezzabili risultati, pertanto oggi proveremo a portare luce laddove si miagola ancora nel buio.

Per penetrare (si perdoni l’allusione) l’interiorità della vecchiarda di cui sopra, va anzitutto compresa la natura della donna, nel cui chip di fabbricazione non è stata inserita alcuna modalità funzionale “in solitaria”. Per la femmina svolgere qualsivoglia azione in totale autonomia significa non solo espletare un atto sprovvisto di senso, ma privarsi dell’espressione di quelle facoltà di cui ella è maestra e da cui trae sommo appagamento: spettegolare, sfogarsi delle proprie frustrazioni, rompere i coglioni.

L’attività motoria del jogging, che la vergara metropolitana (affatto sportiva) pratica essenzialmente per evadere dalle mura domestiche e per dare sfogo alle abilità sopracitate (fuori controllo con l’età), viene quindi compiuta solo nel caso in cui si disponga di almeno cinque dame di compagnia. Ecco spiegato il motivo per cui, di solito all’imbrunire, si incrociano questi gruppi di amiche diversamente in menopausa con tute Nike del 1990, discutibili fasce per i capelli e immancabile maglioncino in vita copri-culo che camminano/parlottano massimamente spappardellate per la larghezza del marciapiede.

Più impenetrabili della falange romana e addirittura dei ciclisti sulla provinciale, queste indomabili passeggiatrici avanzano in schieramento serrato, a mo’ di testuggine, l’una compattamente accanto all’altra, la cavalleria delle anziane disposta in prima linea, ai due lati i manipoli con le più sacrificabili, procedendo solide verso il nemico che verosimilmente potrebbe sempre attaccarle. Abbandonate ogni speranza, oh voi che le incrociate: non c’è verso di spostarle o farvi largo tra di loro.

Pertanto, anche per evitare una sfiatata collettiva potenzialmente pregna di covid, l’unica soluzione che vi resta è lanciarvi in mezzo alla carreggiata dove sfrecciano le auto: così facendo rischiate di essere investiti, è vero, ma se avrete l’ardire di sfidare una siffatta compagine di donne non solo la morte è certa ma sarà anche molto lunga e dolorosa.

Dalla redazione di Super Quark e da Pierina Angelica è tutto. Vado ad infilarmi le Nike. Buona domenica.

 

Gioia Morici

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