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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

CHE FACCIO, LASCIO??

(Cotto e Mangiato Rewind – replica del 17/07/2016)

“Adalgisa, buongiorno, come va?”. “Eh, Dio non peggio…”. “Oggi che ve serve?”. “Mah…famme un paio d’etti de pregiutto stagionato, magro, me raccomando, che Armando c’ha ‘l colesterolo alto”. “Stamattina c’emo l’olive…è quelle greche: ve ne do ‘na vaschetta?”. “Sci, va’, che mì nipote ne va matto”. E capisco che devo armarmi di molta pazienza perché, se va bene, mi sposterò dal bancone degli affettati tra mezzora. La signora Adalgisa, sull’ottantina abbondante, che parla osservando distrattamente i carciofi sott’olio di là dell’espositore di vetro, è qui per chiacchierare più che per fare la spesa. Dice che il nipote “ha preso la laurea d’avvocato” e presto farà pratica nello studio dello zio, così finalmente impara un mestiere, “che quel fedo’ scinnò fadìga quanno trona”. E la pizzicagnola che l’ascolta, quinta abbondante moscia, 50 anni abbondanti mosci, berrettino bianco moscio e grembiulino sporco de lardo (moscio), ha intenzione di dare una colonna sonora agli insaccati che affetta da stamattina…e allora fa domande su domande…e in fondo gliene frega veramente poco della risposta, ascolta così, “tanto per”, l’importante è domandare e tagliare insieme, mentre le sfoglie di porco volteggiano nell’aire adagiandosi danzando sulla carta oleata. “So’ due etti e quaranta…che faccio, lascio?”. E certo, hai mai sentito qualcuno rispondere “no-no…togli”? Io ho molta fretta e soprattutto molta fame, perché sono le 19.20 e sono digiuna dalle 12, ma ho voglia di quella mortadella coi pistacchi in offerta, quindi non mi sposterò da questa mattonella, mi costasse tutto il sistema nervoso. Allora mi faccio possedere dallo spirito di Gandhi e indulgo, tollero, sopporto, accondiscendo.

“È fidanzato vostro nipote?”. “Sci, beh, da ‘n pezzo…s’è messi insieme ch’era monelli”. “Lìa come se chiama?”. “Fabiola…è la figlia de Mancinelli, quelli che abita giù ‘l Prado”. “Ma chi, Remo?”. “No, el padre se chiama Gilberto, c’avea la bottega prima della staziò”. “Ma è de Jesi ‘sto Mancinelli?”. “Peresse del Pianello”. E se prima ero da sola a ballare l’Alligalli, adesso si sta formando un discreto codazzo di fronte al banco dei salumi. Alla spicciolata iniziamo tutti a prendere il numerino, che Adalgisa continua a indicare col dito e a farsi impacchettare pezzi di caciotte come non ci fosse un domani: n’è pe’ ade’ la luce in fondo al tunnel. Se qualcuno ci osservasse da una ipotetica finestra esterna, vedrebbe un gruppo disomogeneo di individui senza speranza, stretti nello stesso metro quadro di stanza, con la brina gelida del condizionatore a soffiare sulla fontanella della testa….e il condizionatore ibernante dopo una notte insonne a 35 gradi ti sfascia per la seconda volta, annientandoti definitivamente. Infatti con lo sguardo fissiamo tutti un punto a casaccio sulla parete e lì rimaniamo, assenti e sospesi, senza dire né percepire più niente, a parte qualche flash di immagini distorte che ci arriva a casaccio dalla coda dell’occhio: sandali francescani marroni, mollettoni di plastica arancioni, cani nocciola nelle borse, zoccoli verdi con la zeppa, talloni gialli screpolati, ascelle grigie non depilate, mani con unghie azzurre, alluci valghi beige, capelli neri con ricrescita bianca, caviglie rosa gonfie, molto gonfie. Eccolo qua: il mirabolante arcobaleno estivo del Sì con te Superstore.

“Lo stracchino Nonno Nanni oggi è a 1.19 all’etto”. “No, damme un paio de mozzarelle Trevalli…quanno scade?”. La mia anima inizia a fluttuare in un iperbolico viaggio astrale: vedo piedi bellissimi, pelli abbronzate e idratate, fighi fotonici ammiccare lascivi mentre attraverso la corsia dei surgelati…e soprattutto mi vedo ritornare alla mia villa con piscina a Beverly Hills: parcheggio nel vialetto alberato, due colpi di clacson, eccolo arrivare. “Amore mi aiuti?”. E Bradley Cooper in costume apre il portabagagli del mio fuoristrada e prende i quattro bustoni della spesa in mano, i bicipiti per lo sforzo hanno un guizzo lucido sotto il sole. “Cara, ti sei ricordata il burro d’arachidi?” “Certo, Johnny ne va matto!”. Johnny è il nostro secondogenito, ha 8 anni, è già un piccolo campione di baseball. Abbiamo altri due di figli: Matthew, 12 anni, che adesso nuota nella piscina olimpionica del parco di casa nostra (ovviamente disponiamo anche di una piscina interna coperta) e July, 2 anni e mezzo, che in questo momento è affidata alle amorevoli cure di tata Emily, 68 anni (non si sa mai). Ci siamo sposati 15 anni fa io e Brad, o meglio, lui ha insistito tantissimo, io ero abbastanza scettica visto che sono allergica alle promesse a lungo termine, ma, che volete farci, ha avuto argomenti molto convincenti e alla fine ho ceduto.

“Adesso però, Brad, amore mio immenso, portami a cena fuori: c’è questo odore de mortadella coi pistacchi che non m’abbandona mai e poi oggi ‘na calura a Los Angeles…aho, PARE DE STA’ A JESI!”.

 Mi sento perennemente in bilico, come quei 40 grammi di prosciutto mentre la salsicciaia chiede: “Che faccio, lascio??”…va’ a sape’ il perché. Del resto, non se lo sa spiegare Tiziano Ferro, figuriamoci io.

Gioia Morici

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