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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

GENTE CHE VA, GENTE CHE VIENE

Ho letto di una tipa in Inghilterra che a 30 anni ha scoperto di avere due passere. Avete capito bene. Due. Una più un’altra. Double pantegan. La cosa pazzesca è che nessuno si era mai accorto di niente. Ma il ginecologo che la visitava dove l’ha presa la laurea? E i fidanzati che ha avuto? Voglio dire, mai uno che abbia detto: “Tesoro, o io ho bevuto troppo o qui c’è qualcosa che non quadra”. Ma, capirai, se aspetti che capisca qualcosa un maschio, fai in tempo a fartene crescere una terza. Tornando a Wonder Vulva: secondo voi, tù is mej che uan? Io ne dubito. Già è difficile spassarsela con la patonza standard. Stando a uno studio dell’Indiana University, l’85% degli uomini è convinto che la propria partner durante il sesso raggiunga l’orgasmo. Ma solo il 65% delle compagne dei maschi intervistati ha affermato di raggiungerlo davvero l’orgasmo. Mi pare chiaro che il 20% delle donne, a letto, finge. Del resto, potete biasimarci? Arriviamo a sera stremate, la minestra dopo anni è sempre quella, va da sé che, per chiudere in fretta le faccende, mettiamo su un po’ di sceneggiata. C’è chi fa i versi come le tenniste. Le avete mai sentite in tv? Ogni colpo con la racchetta è un ouuh! aahu! oooh! Non ho mai capito se è lo sforzo agonistico o se sono le palle in sé che fanno questo effetto. Comunque non godono mica. E infatti quando sotto le lenzuola la femmina attacca con gli oh, aah, uuh a ripetizione tipo torneo di Wimbledon, riponetelo pure nell’apposita vaschetta perché vuol dire che non ce n’è. La vera bugiardona del materasso sa bene che non è cosa si dice ma come lo si dice a fare la differenza. Potete anche sparare parole senza senso. Tipo “Samsung”. Sussurratelo lussuriose e lascive come un serpente che striscia: Samsuuung. E intanto sbattete la testa sul cuscino 16 volte stile bambina dell’esorcista: sarà convinto che siete in visibilio. Volete mandarlo via di melone? Quando siete sicure che vi veda (il maschio procede a oltranza senza capire manco dove si trova, quindi state attente a beccare la frazione di secondo giusta), beh, quando siete certe che vi riconosca, guardatelo negli occhi e silurategli tutte tremanti: “Mi fai morire”. Il tono deve essere vagamente agonizzante, come quando dopo pranzo avvertite una fitta all’addome e temete sia in corso una colica intestinale. Mordetevi spesso le labbra come a trattenere qualcosa di indicibile che non osate confessargli, tipo “Ma come cazzo c’ho pensato a capamme proprio a te dal mazzo…”. Mi raccomando: per essere credibili, è molto importante accompagnare il tutto con l’espressione della faccia, che, per farlo sentire un fenomeno dell’amplesso, deve essere una roba tra lo stupore e lo spavento. Se non vi viene, immaginatevi Bruno Vespa che accarezza un bacarozzo e metteteci un ahhhh… di accompagnamento. Quando lui farà una smorfia di orgoglio come a dire “Rocco Siffredi, scansati”, potete iniziare a simulare la fase conclusiva: battete la mano destra a ripetizione sul letto come gli atleti di lotta greco-romana quando stanno per soccombere, quindi prendete a sbuffare con la bocca a mo’ di caffettiera. Dopo una ventina di soffiate, è tempo di passare al gran finale: l’acuto supremo. Dovrà essere un urlo a metà tra Maria Callas, la tigre di Mompracen e zia Peppina quando le tolgono dalla tavola la teglia delle lasagne. Tempo due minuti e potrete fare ciò che realmente vi fa godere: dormire. Naturalmente tra gli applausi dei vicini.

Nella vita non è importante con chi vai, ma con chi vieni.

 

Gioia Morici

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