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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

LA PIRELLONA

 

Inizio anno, tempo di calendari e stupirci sarà dura. A colori, in bianco e nero, srotolate sopra le balle di fieno, tra le onde, hippy, intellettuali, glabre, lisce, frisé, con la permanente: di giovani marmotte ne abbiamo viste di ogni tipo. La domanda è: perché? Perché sentiamo l’esigenza di accompagnare ogni mese dell’anno a un ritratto passeraceo? Forse se dal tinello ci osserva l’occhione severo della baffona imperiale ci sentiamo al sicuro? Potrebbe dircelo Oliviero Toscani, che con la topa nature ci ha fatto una fortuna. Mi pare fosse sua la campagna pubblicitaria con Marina Ripa di Meana come mamma l’ha fatta. Ve la ricordate? “L’unica pelliccia che non mi vergogno di indossare”. Alla faccia del bicarbonato di sodio: quattro metri quadri di moquette pura lana merinos. Che a me una roba così appesa al muro metterebbe anche paura. E invece nelle autofficine il pelo alle pareti è un must. Non ho mai capito il motivo, ma dove c’è una macchina in vendita, deve esserci anche una femmina spappardellata sul cofano: aumenterà le prestazioni del carburatore? Qualcuno ha detto che i maschi le auto le comprano di più se vedono una bonazza che si sfrega sul parabrezza. Ciò spiegherebbe perché ai motorshow è pieno di giovinastre che mostrano l’antica popperia del corso. Mah. Capirei se la gnocca fosse allegata, se te la dessero con gli optional: tu prendi la vernice metallizzata, il tettuccio apribile e la bionda con le gambe a trazione anteriore. Allora sì avrebbe senso. Ma ‘ste gattone mica sono comprese nel pacchetto. E poi perché a noi donne non succede? Voglio dire, se vado a comprare la lavatrice mica trovo un brasiliano nudo spiaccicato alla centrifuga. Certo agli uomini basta un pezzo di coscia e il cervello gli fa un balzo all’indietro nella scala dell’evoluzione. Se poi la coscia ha l’autoreggente tornano proprio anfibi. Quindi non c’è da meravigliarsi se, pur di vendere, le hanno spogliate tutte: Marcuzzi, Ferilli, Folliero, Cucinotta…persino la Barbie. Ebbene sì, nel 2011 è uscito “Barbie Lesbo”, un calendario con 12 pose saffiche della nota bambolina Mattel. Ma si può? Oltre tutto: come fa ad essere sexy una che per 60 anni è stata fidanzata con quello stoccafisso di Ken?? Ma la Barbie è niente: sono esistiti anche i calendari delle donne nude a raggi X, delle modelle per le casse da morto, delle zombie senza veli, delle signorine osé sulle tazze del cesso, delle pescatrici hot di carpe. E poi, manco a dirlo, c’è stato il calendario Pirelli. Nato nel lontano 1963, ha immortalato la smutandata in tutte le salse: appesa agli alberi tipo Tarzan, acconciata come una diva anni ’50, disinvolta, casual, contemplativa, sportiva, dimessa, tra gli elefanti della giungla. Sempre tutto molto fashion, col chiaroscuro che ombreggia, il grandangolo che amplifica la prospettiva, l’effetto vintage che fa stile Bella Époque. Comunque, anche se fanno tanto i fighi, il ritornello è sempre quello di Gianna: la notte la festa è finita, evviva la …vita. E nel 2019? Cosa dobbiamo aspettarci? Magari un’annata al testosterone con 12 birilloni in primissimo piano. Non sarebbe male: “I pirilli di Pirelli”. Il tempo di infilarmi le mutande e sono in fila all’edicola.

Gioia Morici

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