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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

TUTTO IL MONDO

Ore 5.40: mi sveglio di soprassalto. Dove sono? Come mi chiamo? Perché non spegnete ‘sto forno? Torno barcollando in camera, mi butto a peso morto sul letto, fisso il soffitto. Sono un pezzo di zattera alla deriva sul lenzuolo del Famila. Cerco di tornare tra le braccia di Morfeo, lo chiamo, non viene. Mi affido ai piani superiori: Signore, dammi le pecorelle da contare…mandami tante pecorelle…che il mondo sia pieno di pecore…pecore grandi ma soprattutto pecore piccole…che la pecora sia con noi, amen. Sipario. Svengo in un sonno profondo. Non so dove mi teletrasporto…passa un tempo che pare eterno eppure è meno di niente. Ore 8.26 riapro di nuovo gli occhi. Dove sono? Come mi chiamo? Sono un pollo con le patate intorno? Perché non spegnete ‘sto forno? Mi alzo di scatto, vado per inerzia, non so neanche che sto facendo, trascino i piedi in cucina…Caffè, caffè…implora un neurone sudato. Zitto…non parlare…non si parla la mattina…è maleducazione. Prendo la moka, la svito, la lavo, apro il barattolo del caffè: nooo…è finitooo…Signore onnipotente, perdona questa tua figlia, perché non sa quello che fa. E niente, mi tocca scendere al bar. Allora, Gioia, calma…una cosa alla volta…ce la puoi fare. Intanto, vestiti. Eh, si fa presto a dire “vestiti”. Dove sono le braccia? E le gambe?? E i vestiti??? Infilo una canottiera al volo, un leggings da casalinga disperata e le infradito del Globo: cazzarola, ho il bar sotto casa, avrò il diritto di andarci struccata e in ciabatte, no?? E poi scendo per un caffè, ci sto solo due minuti, di domenica co’ ‘sto caldo saranno tutti in spiaggia, chi vuoi che mi veda?? Prendo le chiavi, chiudo la porta, ascensore, strada, bar, bancone del bar, uno, due, tre ed ecco…IL MONDO. A ondate regolari tutti (e dico tutti) gli abitanti della Terra che ho incrociato in vita mia mi sfilano davanti: conoscenti, amici, parenti, amici dei parenti, nemici di amici apparentati, ex fidanzati regolari, amanti clandestini, colleghi del posto di lavoro, mega direttori galattici del posto di lavoro, gente di mare che se ne va, due piccoli serpenti, un’aquila reale, i due liocorni e pure…Brad Pitt. “Oh, ciao Brad, come stai?”. “Eh, Dio non peggio”. “Come mai da ‘ste parti?”. “Ma, passavo di qua per caso…”. “Brad, da Los Angeles a Jesi per caso?”. “Aho, la meringa de Bardi, è sempre la meringa de Bardi”. “Questo è vero. E la pora Angelina?”. “Lassa perde. Come cazzo c’ho pensato a ‘nfrociamme co’ quella?”. “Ah, quando te fissi, non te schioda manco el Bambinello”. “Certo che con te era tutta n’altra storia”. “Cojò, ammò no ‘rcomincià eh…Senti, io bisogna che fo colazio’ che me se gira la zocca”. “Ce mancherebbe…dai…offro io, que piji?”. “Ma lassa sta’…”. “E perché mai? Me fa piacere! Cappuccio e sandwich come ai vecchi tempi?”. “Vedo che la memoria non te fa difetto”. “Dalla cintola in su ancora me funziona nigò. Capo, un cappuccio, un sandwich e per me un succo alla pera, ma non del frigo, me raccomanno”. “Sì tutto paccatroni, po’ bei la pera calda come le creature…non te vergogni?”. “Scindò me vie’ la colite. Oh, mettemoce a sede, dai, chiacchieramo”. “Ah Brè, non te offende, ma io già ho discorso troppo, non je la fo più a parla’…cel sai, no? La mattina non ne vojo tante de fregne, quindi tira via a damme ‘sto cappuccì eppò famo el gioco de Baglioni, occhei??”.  E Brad Pitt muuto.

Legge del bar sotto casa: quando esci de casa brutta come ‘na coccia de fava, incontrerai tutto il mondo al completo inclusi Lady Oscar, Sandy Marton, Antonello Cuccureddu, la Regina Elisabetta, Braccobaldo Bau, l’Omo Ragno, il nano de Twin Peaks, ObiWan Kenobi e Mark Caltagirone.

Legge della pressione bassa: puoi anche essere Brad Pitt, ma de prima mattina non devi caca’ er cazzo.

Gioia Morici

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