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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

CANTIERI ALL’ORIZZONTE

Capisci che stai invecchiando quando i mocciosi che festeggiano Halloween li vorresti ammazzare tutti. Una volta “Uh, che teneri questi bambini!”, adesso kalashnikov, smitragliata generale e…lo senti che bel silenzio? L’anzianità è così: ti alzi una mattina e sei crudele. Crudele e acciaccato. Molto acciaccato. La cosa assurda è che ti spuntano dolori in parti anatomiche che ignoravi persino di avere. Per dire: magari per anni hai sofferto di gastrite, ti ci sei abituato, rassegnato, in qualche modo ti ci sei pure affezionato alla tua gastrite, poi un bel giorno ti infili le ciabatte e – zaaac – una fitta nuova di pacca ti frantuma la schiena. “Dottore, ma che è??”. “Non ci sono dubbi, questo è il romboide!”. Ecco, fino a quel momento il romboide per te era il pesce al forno che ti cucina tua suocera e, voilà, ora ti ritrovi sul lettino del fisioterapista a emettere cigolii da film horror. Attenzione, perché la deriva corporale è solo una piccola parte del pacchetto. I segnali che la gioventù ti ha inesorabilmente abbandonato sono molteplici.

Ti elenco i più significativi: le 6 del mattino è l’ora in cui ti alzi e non quella in cui vai a dormire; usi lo smartphone con l’indice; il tempo che passi al computer è per lavoro; in busta paga hai 130 giorni di ferie non godute; ti mandano un messaggio alle 22 e tu rispondi alle 7 del mattino; i colpi della strega hanno superato quelli di fulmine; in frigo non c’è ombra di birra; il 90% delle tue conversazioni verte sul cibo; la tua canzone preferita la passano al supermercato; le piantine di casa rimangono tutte in vita; ti dà profondamente fastidio la musica alta; bevi per degustare e non per sbronzarti; non conosci i finali dei film perché ti addormenti prima; non vedi l’ora di usare il detersivo appena comprato; se sei donna e ti vesti figa, in giro ti chiamano “signora”; il marsupio comincia a sembrarti una bella idea; il timore di non riuscire a fare la seconda è ampiamente superato dal terrore di non riuscire a fare la prima; se ti propongono una serata piccante pensi alle penne all’arrabbiata; “il solito” non lo dici al barista ma al farmacista; chinandoti per allacciarti una scarpa, ti chiedi cos’altro puoi fare già che sei giù; la fatina dei denti invece di regalarti un soldino ti stacca un preventivo da 5mila euro; le candeline per il compleanno costano molto più della torta. Se poi quando ti siedi dici “Oplà” e quando ti alzi “Ohissa”, rassegnati: è l’inizio della fine.

Cari miei, la morale è una sola: come dicevano i latini, Carpe diem. Che poi, a tradurlo nel gergo di mio nonno, sarebbe: OGNI LASSADA È PERSA. Adesso vi saluto, sennò mi si fredda il semolino.

Gioia Morici

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