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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

LEI NON SA CHI SONO IO

“L’importante è essere se stessi”. Questa frase l’avrò sentita non so quante volte e ogni volta mi sono chiesta: “Ma che accidenti significa?”. A parte che essere qualcun altro è oggettivamente impossibile, sebbene ci sia gente che a non essere com’è avrebbe tutto da guadagnare, ma poi ‘sta gran psicanalisi sottointesa, che mi caldeggia un viaggio introspettivo senza alcuna indicazione precisa, la vogliamo circostanziare? Me stessa come? Quando? Entro quali limiti? Oppure è una forma di conforto buttata là quando non si sa cosa dire? “Sto vivendo un periodo di merda, mi voglio ammazzare”. “Eh, non preoccuparti, l’importante è rimanere se stessi”. Ah beh, adesso sì che sto meglio. Comunque, ammesso e non concesso che io sia proprio io, sempre e comunque, che cammini impettita su questo binario immaginario col mio nome stampato sopra senza mai deragliare, mi stai dicendo che posso fare tutto quello che mi pare? che sono autorizzata a liberare qualunque cosa ci sia dentro di me? Metti che dal subconscio esca una pazza criminale che ammazza venti persone: nessuno mi romperà i coglioni perché “l’importante è che sono stata me stessa”? Già, una pluriomicida. Perché, non può essere? Io vi avviso: non lo so chi sono. Insomma, lo so più o meno. A grandi linee. Per massimi sistemi. Mica ci metterei la mano sul fuoco. A dirla tutta, se potessi scegliere, col cavolo che avrei a che fare con una come me! Non è cattiveria, ma io non mi comprendo, spesso mi osteggio, a stento mi approvo, in certi giorni, se mi specchio sopra pensiero, nemmeno mi riconosco! Ma come fanno quelli che si conoscono per filo e per segno e si piacciono pure da morire? “Sai, sono fatto così”, “Io mi conosco, reagisco cosà”, “Beh, io lo so, sono uno di quei tipi che…”. E ti spiegano come sono di carattere. “Vedi, sono una persona solare, molto sensibile, ho un cuore grande così”. Oh, mai una volta che esca una magagna! Perché qualcosa che non va ce l’avrai, no? “Dai, dimmi un tuo difetto”. “In amore do tutto, troppo!”. Questo è un pregio, ciccio. “Non riesco ad essere egoista, metto sempre gli altri prima di me stesso”. Non hai capito, dimmi una roba negativa. “Eh, sono troppo buono”. Aridaje! “Aspetta, fammici pensare un attimo…che…che…”. Magari che sei un po’ stronzo? Insomma: c’è ‘sta prosopopea in giro che straborda. Tutti mega convinti. Gasati al massimo. Sanno e stra-sanno. Io invece non so niente. Ma proprio niente, eh. Né di me né del mondo che mi circonda. E più vado avanti, peggio è. Non afferro, non intendo, non assimilo, non mi allineo, perdo pezzi. Che poi, ammettiamolo, è una cosa stupenda da riconoscere, no? Perché ci vuole umiltà e consapevolezza e soprattutto una gran dose di coraggio per dirlo onestamente: “Signori miei, io, ma davvero, non capisco un cazzo”. Perché l’importante è partecipare, è finire, è essere belli dentro. L’importante…è la salute.

Gioia Morici

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