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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

TI RICORDI LASAGNE VERDI?

Mia madre ha già cominciato a cucinare per Natale. Il suo piatto forte sono le lasagne. Le fa in tutti i modi possibili immaginabili: col ragù, con le verdure, il pesce, tradizionali, vegane, bianche, verdi, rosate. Anche con l’arrosto ripieno non se la cava male. Insomma, tu dalle qualcosa da farcire a strati e ti fa vedere lei. Perché come tutte le mamme italiane anche la mia ama mettere le cose dentro agli alimenti. Quali cose? Tutte le cose. Basta che si possa ficcare del cibo dentro ad altro cibo e lei è felice. Gli animali li imbottisce tutti senza distinzione di forma, colore o razza. Farcisce polli, maiali, orate, totani, seppie, tacchini, manzi, persino quaglie, voglio dire, nelle quaglie obiettivamente non ci sta un cazzo perché sono minuscole, eppure lei ci mette di tutto: uova, molliche, spezie, formaggi…E se non si ferma con la quaglia, figurati con la lasagna! Lì ci ficca zucchine, patate, melanzane, verze, carciofi, calamari, gamberi…ma tutto insieme eh…e non le basta mai. “Che altro ci posso mettere dentro a ‘sta lasagna?”. “Ma niente, che ci vuoi mettere più di così, lasciala stare, porella”. “Eh no, ci voglio mettere dentro ancora delle cose”. Peggio de ‘na drogata. Se la invitano a quelle cene in cui ognuno porta qualcosa, manco a dirlo, la prima domanda che fa è: “Preparo una lasagnetta?”. Certo, finita la serata e avuti i complimenti dei commensali, poi deve avere indietro la teglia. Assolutamente. Che se in Italia a una signora non le riporti indietro la teglia veramente le dai un gran dolore…cioè, davvero, se vuoi procurare il mal di cuore a una donna italiana, tu non le riportare la teglia, che non si sa perché da noi c’è questo attaccamento ossessivo alle teglie che sfiora la tragedia, perché se una si scorda di ridartela, quella che t’ha prestato la teglia prova vergogna a chiederla indietro e per settimane soffre in silenzio e la notte sogna di riabbracciare la sua teglia e di sorridere e invece poi si sveglia e la realtà è crudele, la teglia non c’è, la vita è finita, una cosa terribile che logora dentro ed è un peccato perché una teglia al supermercato costerà sì e no cinque euro, che sarà mai? ma si vede che dietro la teglia c’è tutto un particolare significato simbolico che ci sfugge. Una cosa è sicura: se la teglia te la ridanno, la morte sua in effetti è sdraiarci dentro quei sette/otto strati di pasta che grondano besciamella o anche uno strudel gigante di mele o, perché no, una bella parmigiana alta 10 piani. E oplà sbafasse tutto. Perché qui siamo tutti grandi sostenitori della dieta sana: una teglia di parmigiana va mangiata sana, una teglia di vincesgrassi va mangiata sana, una di tiramisù sana…TUTTO SANO. Intesi??

Gioia Morici

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