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Ricette per il sorriso

COTTO&MANGIATO La rubrica di Gioia Morici

Caro Conte, ti scrivo

Scusate, il problema di aprire le buste dell’ortofrutta con i guanti è stato affrontato? No, perché mi sembra un problema grave. Problema che diventa tragedia quando devi appiccicarci sopra il prezzo e l’etichetta ti rimane attaccata alle dita con conseguente assembramento della plastica in un’unica mappazza che non puoi scrollarti di dosso perché rimarresti a mani nude. Prima era facile perché per aprire la busta ci soffiavamo dentro, ma se lo facessimo ora rischieremmo 15 anni di galera più il battesimo nelle docce del carcere. Quindi, come si fa?? Perché noi a fare la spesa ci dobbiamo andare. Intanto per quell’unica ora d’aria a settimana lontani dalle sbarre domestiche, ma soprattutto perché dobbiamo riempire il frigorifero. Che ‘sta guerra, è chiaro, la stamo a combatte a colpi de lasagne. Ecco, noi al virus je famo le macumbe coi ravioli, co’ le pizze, col pane fatto al forno…attenzione, ammo’ c’ha preso l’estro dei fornari e famo tutto in casa: biscotti, piadine, cracker, maritozzi, gallette, crescioni…dacce tempo e pure il riso famo in casa, tra i gerani del balcò! Che tanto, lo sai, no? Noi italiani una cosa sapemo fa’: magna’. Per noi il cibo è vita e quindi è la cura a tutto: sei triste? Magna. Sei felice? Magna. È Natale? Magna. Sei murato in casa in quarantena? Magna, magna, magna. Che infatti la paura nostra più grande, oltre a quella che esce la quinta autocertificaziò, è quella de magna’ poco e male: metti che andamo al Conad e non c’è più il lievito de birra pe’ fa la crostata?! Robba che famo ‘na strage! Magari i magazzini se svuotano e finisce che ce tocca a sfamacce co’ le patate crude…scherzi??…se ce dai ‘na coltellata ce fai meno male! Invece ora nella panza ce buttamo de tutto: quaglie, salsicce, piccioni, anguille e naturalmente piatti che serve parecchio tempo a cucinalli perché, insomma, in qualche modo la dovemo passa’ la giornata. Famo certi menù, che manco a Masterchef sotto allucinogeni: parmigiane de pesce, marmellate col tartufo, plumcake al vitello tonnato…è n’attimo che all’ospedale ce gimo per gastroparesi, ma vòi mette la soddisfaziò?? Perché noi, quando a tavola ce strafogamo, semo felici. “Che fai, stai male?”. “No, so’ contento”. “Ma sei giallo”. “Appunto”. Quindi Conte, anzi, Peppì, mettete ‘na mano sulla coscienza: chiudi tutto quello che te pare, asili, scuole, fabbriche…maltrattaci, ibernaci, alienaci, invecchiaci, ma, per l’amor del cielo, tieni aperti i supermercati e lasciaci pasteggiare LIBERI! E poi qui c’era il finale, un finale bello, a tratti poetico, per certi versi patriottico, dove ci si emozionava, si tiravano le somme e si traeva anche la morale. Solo che me lo so’ magnato.

Gioia Morici

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