Segui QdM Notizie

Rubriche

COVID-19 Pandemie, vaccini e immunità

Il termine vaccinazione richiama la parola vacca, e non a caso, perché la pratica ebbe inizio in Europa nel XVIII secolo per prevenire il vaiolo mutuato dalle mucche

Abbiamo visto come in passato le pandemie, alla fine, vengono superate; ma quali sono le condizioni per cui ciò si realizzi?

 Gli epidemiologi valutano che quando almeno il 70% di una popolazione ha sviluppato una immunità verso il patogeno, direttamente tramite il contagio o indirettamente attraverso la vaccinazione, si crea una condizione di adattamento, definita immunità di gregge (herd immunity). La vaccinazione altro non è che un modo per allenare il sistema immunitario a reagire rapidamente verso un determinato microrganismo, cimentandolo con l’agente infettivo disattivato o con parti di esso. Come si spiega?

 A difenderci dalle infezioni provvede principalmente il nostro sistema immunitario, un apparato complesso, suddiviso in più comparti che agiscono in modo coordinato. Per semplificare: disponiamo di un’immunità, ereditata prevalentemente dalla madre, e di un’immunità acquisita dall’interazione con l’ambiente nonché dalle vaccinazioni. In relazione a quest’ultima, un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti B, a seguito del loro contatto con specifici componenti dell’intruso, producono gli anticorpi o immunoglobuline (Igg, Iga,Igm, Ige ). Questi sono molecole proteiche, con una struttura a Y, nei cui bracci superiori alloggiano gruppi chimici capaci di legarsi a specifici costituenti del patogeno, detti antigeni, neutralizzandolo.

Il termine vaccinazione richiama la parola vacca, e non a caso, perché la pratica ebbe inizio in Europa nel XVIII secolo per prevenire il vaiolo mutuato dalle mucche, ad opera di un medico britannico, Eduard Jenner. Osservando che i contadini, che pure erano a stretto contatto con quegli animali, non si ammalavano di vaiolo bovino, pensò di prevenire la malattia, che a quel tempo non aveva cure, inoculando materiale infetto proveniente dalle pustole bovine in un bambino, ottenendo risultati favorevoli. Da allora se ne sono fatti di progressi permettendo di debellare numerose malattie infettive.

Nel XX secolo irrompe l’ingegneria genetica che, accoppiata alla biologia molecolare, ci consente di identificare e riprodurre anche su larga scala, sequenze geniche più varie, ponendosi al centro delle moderne strategie vaccinali per il Covid-19. Il primo vaccino anti SarsCov2  impiegato in Occidente, è stato sviluppato da una start up tedesca, la BioNtech, in collaborazione con la multinazionale americana Pfizer,  attraverso una corposa ricerca abbondantemente supportata da soldi pubblici.

 In seguito vedremo come funziona questo tipo di vaccini.

Bruno Bonci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LEGGI ANCHE:

L’ARTICOLO / Come il Covid ha cambiato la nostra vita

News