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COVID-19 Strutture anziani: «La catastrofe non ha lasciato indenne alcuno»

«E c’è anche la difficoltà del personale infermieristico che se ne sta andando»

ANCONA, 26 aprile 2020 – La pandemia del coronavirus ha travolto tutto il sistema sanitario e socio-sanitario marchigiano.

Pandemia travolgente

Dagli ospedali alle strutture riabilitative, dalle Rsa alle Residenze protette. Una catastrofe che non ha lasciato indenne nessuno.
Per questo, con profondo rammarico, abbiamo letto gli interventi sulla stampa che sembrano non tenere assolutamente in conto di quanto sta succedendo e dell’immenso sforzo fatto per gestire questa situazione di pandemia sanitaria dalle strutture residenziali per anziani!
Possiamo affermare che la stragrande maggioranza delle strutture per anziani hanno ottemperato da subito alle indicazioni, non sempre chiare, che arrivavano dalle varie autorità.

Hanno chiuso le stesse agli esterni, spesso ancor prima delle decisioni nazionali o regionali, e hanno messo in pratica le corrette procedure a tutela degli operatori e degli anziani.
Sin dal mese di febbraio 2020, hanno chiesto e sollecitato con lettere ai Sindaci, ai Distretti sanitari, agli Ambiti Territoriali, alla Protezione civile, ai Prefetti ed alle Direzioni sanitarie regionali, idonei interventi di supporto facendo presente che i problemi delle Residenze per anziani erano gravi quanto quelli degli ospedali data la concentrazione di anziani fragili e con pluripatologie, quindi un luogo ad altissimo rischio.
Le Residenze per anziani hanno introdotto misure protettive per il personale con mille difficoltà in quanto, per molto tempo, mascherine, camici ed altri Dpi risultavano introvabili sul mercato. I fornitori che abbiamo contattato, a volte, ci rispondevano che avevano materiale in magazzino ma che era stato bloccato dalla Protezione civile nazionale: Protezione civile, che nonostante le Marche risulti al sesto posto per numero di contagiati sul territorio nazionale, hanno posizionato la nostra regione al 13mo posto nella lista di distribuzione nazionale dei dispositivi di protezione individuale (fonte: Ministero Salute del 13 aprile 2020).

Gli infermieri se ne vanno

Questo già dimostra una grave asimmetria tra esigenze di un territorio, quello marchigiano, e le risorse assegnate. Abbiamo lavorato e continuiamo a farlo senza soluzione di continuità sette giorni su sette per cercare i Dpi in ogni dove. E lo facciamo quasi sempre da soli.
Affermare, negli articoli di stampa, che vi è stata l’incapacità o l’imprevidenza delle strutture a dotarsi di quanto necessario per proteggere ospiti e personale, significa criminalizzare in modo generico le strutture. Soprattutto, poi, pesa il riferimento alla revoca delle autorizzazioni o degli accreditamenti che è assolutamente inappropriato, in un momento in cui tutto il sistema socio sanitario è alle prese con una eccezionale emergenza sanitaria.

Abbiamo anche chiesto di effettuare i tamponi e avere in tempi stretti i relativi referti nei confronti di tutti gli anziani e del personale.
Le strutture per anziani, nonostante la presenza di personale in malattia e l’oggettiva difficoltà a trovare in questo periodo di crisi infermieri e Oss per le sostituzioni, continuano a rispettare tutti gli standard regionali.

E vogliamo ricordare che con la tariffa di 33 euro giornaliere (tra le più basse d’Italia) si coprono 100 minuti di assistenza e non 20 come riportato da alcune fonti giornalistiche.
Va, invece, denunciata la grave circostanza che, in questo momento, c’è una fuoriuscita di personale infermieristico dalle nostre strutture. Fuoriuscita dovuta a concorsi pubblici Asur che, se da una parte, vanno ad aumentare giustamente il personale ospedaliero, dall’altra rischiano di mettere in grave crisi l’assistenza nelle residenze per anziani.

I Distretti sanitari, appositamente contattati, ci hanno risposto che non sono assolutamente in grado di mettere in campo risorse con numeri congrui per far fronte alle prossime nostre richieste. Questo ci preoccupa moltissimo e lo vogliamo segnalare affinché si possano trovare insieme alla Sanità regionale giuste soluzioni.

Le Residenze per anziani, fatte le dovute e rare eccezioni, hanno avuto un comportamento pienamente responsabile e, al fine di proteggere gli anziani non autosufficienti.
Le Rsa e le Residenze protette non sono il buco nero degli anziani: sono un luogo di cura e assistenza della cronicità ma non possono essere considerate presidi per fronteggiare da sole una pandemia sanitaria di queste proporzioni.
Crediamo inoltre che sia necessario riconoscere il meritorio ruolo che hanno rivestito le strutture per anziani.

Soprattutto va riconosciuto, da tutta la collettività regionale, il lavoro di migliaia di operatori che in questi giorni, in silenzio, con grande senso di responsabilità, professionalità e con tantissima umanità – così come medici, infermieri e operatori sanitari delle tante strutture ospedaliere di questa Regione – hanno continuato ad andare a lavorare per assistere e confortare gli anziani.

Il tavolo tecnico settimanale

Di fronte a ciò, riteniamo che sia molto più utile unire le forze, fare squadra e collaborare con questo mondo di “angeli invisibili” e dobbiamo quindi ricercare momenti di condivisione e di collaborazione.

A tale riguardo si è avviato un tavolo tecnico tra dirigenza della Sanità e dei Servizi Sociali della Regione (dott. Masera e dott. Santarelli) e Asur Marche (dott.ssa Storti – direttore generale e dr. Gigliucci – Ddrettore amministrativo e Protezione Civile delle Marche).

Il tavolo – che ha registrato un avvio molto positivo – si riunirà con cadenza settimanale in stretta collaborazione con il Gores regionale. Alla luce di quanto esposto, si chiede con forza di continuare a lavorare congiuntamente per ricercare, assieme, le migliori soluzioni utili ad affrontare l’emergenza sanitaria in atto.

Comitato enti gestori senza scopo di lucro, Uneba, Anaste, Legacoopsociali, Confcooperative-Federsolidarietà, Comitato Aziende Pubbliche Servizi alla Persona

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