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CUPRAMONTANA‬, LA FONTANA “SCELLERATA” MINORANZA SCRIVE ALLA FONDAZIONE: «SPERPERO DI RISORSE PREZIOSE»

capriolaBCUPRAMONTANA, 26 febbraio 2015 – Doveva essere riportata all’antico splendore, un “gioiello” da mostrare con orgoglio quale testimonianza di un passato glorioso. Gli amministratori comunali se ne erano vantati con largo anticipo, sventolando quel restyling da 45 mila euro come la prova provata che il centrosinistra aveva a cuore le bellezze storiche cuprensi e manteneva la promessa elettorale di valorizzare il patrimonio in nome di un turismo che va alla ricerca del buon mangiare e non disdegna la storia locale.

Forse per via di un maleficio evocato da chissà quali “gufi” o solo perché quando le cose devono andare storte non ci sono santi che tengano, fatto sta che l’antica fonte romana della Capriola non ha avuto vita facile. Ad iniziare dai lavori che dovevano essere terminati a luglio e invece si sono protratti fino all’autunno inoltrato. Vabbè, direte voi, succede. Solo che una volta terminati, tutto è andato storto. Fino a ieri, come dimostrano le foto pubblicate e scattate nel pomeriggio del 25 febbraio dopo un temporale durato diverse ore.
Ma andiamo per ordine. Aperta al pubblico in fretta e furia, senza uno straccio di inaugurazione, nel giro di poco tempo, pardon di pochi giorni, tutte le “magagne” sono venute fuori. Non c’erano l’illuminazione e la protezione e la fonte già dava segni di infiltrazioni. Neanche a dirlo, la minoranza capiva subito che aveva tra le mani un’occasione d’oro, un assist clamoroso. Anche perché dal Comune mettevano le mani avanti, dicendo che l’opera di restauro era stata sottoposta alla Soprintendenza. Nel frattempo la fonte romana dava il meglio di sé: dopo un forte acquazzone l’acqua zampillava ovunque, a dimostrazione che l’opera era un colabrodo.
Apriti cielo! Senza spendere altro tempo, i consiglieri comunali inviavano una lettera alla Soprintendenza chiedendo se davvero avevano ratificato quei lavori. E successivamente scrivevano anche alla Fondazione Carifac: “In qualità di consiglieri comunali e portavoce dell’indignazione dei cittadini, non possiamo non evidenziare con dispiacere la mancanza di controllo che invece la Fondazione, principale ente finanziatore di quell’intervento ispirato al sostegno del territorio, avrebbe dovuto mettere in atto per la fonte romana di via Capriola. Fortunatamente non è stata apposta alcuna targa indicante il contributo da voi erogato, ma non c’è dubbio che un intervento così scellerato rappresenterà anche una perdita di immagine per la Fondazione, oltre che uno sperpero di preziose risorse. Auspicando che da parte vostra venga sollecitato un tempestivo rimedio, si vuol sperare che in futuro la Fondazione si adoperi per controllare la bontà anche tecnica dei progetti da finanziare”.
Da quando è scoppiato il “caso” della fontana romana, il silenzio regna sovrano a Palazzo Capponi. Nessuno dà spiegazioni, né ufficialmente né ufficiosamente. Costretti all’angolo da un manufatto ormai da buttare, i cuprensi attendono di conoscere quale sarà la prossima opera che finirà nel mirino di “Cupra 2011”.
(Redazione)

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