Segui QdM Notizie

Cronaca

Elezioni Regionali Tensioni e caos, il Pd ha ufficializzato i candidati

Presenti la jesina Emanuela Marguccio e il fabrianese Paolo Paladini, “no” al terzo mandato per Manuela Bora e Antonio Mastrovincenzo tra scintille e musi lunghi

ChiaravalleDiciannove sigle per costruire l’Alleanza del cambiamento, a sostegno della candidatura a presidente della Regione Marche di Matteo Ricci.

Un campo larghissimo, che spazia da Italia Viva a Rifondazione Comunista, e che sulla scheda elettorale sarà tradotto in sette, al massimo otto, simboli.







Programma firmato e via alla campagna elettorale. Se un centrosinistra unito e senza strappi rappresenta una notizia da segnare nei taccuini con la penna rossa, ci ha pensato il Partito democratico a riportare tutti sulla terra. L’assemblea regionale dem di Chiaravalle chiamata a diramare la lista dei trenta aspiranti consiglieri, come da previsioni, si è ben presto trasformata in una polveriera rovente. Un incontro di wrestling verbale, in cui alla fine i protagonisti sembrano rimanere in piedi, seppur barcollanti, ma i lividi sono evidenti in attesa del gong a indicare l’inizio del prossimo round.

Nove i blocchi di partenza assegnati alla provincia di Ancona: capolista la segretaria regionale Chantal Bomprezzi. Quindi, l’assessora jesina all’istruzione, politiche giovanili e commercio Emanuela Marguccio, e il capogruppo consiliare fabrianese Paolo Paladini. A rappresentare l’area montana interna ci sarà la vicesindaca di Sassoferrato Lorena Varani. Il capoluogo schiera l’ex sindaca Valeria Mancinelli e l’avvocato Michele Brisighelli. In corsa anche il già primo cittadino di Senigallia Maurizio Mangialardi, il neopresidente dell’assise osimana Simone Pugnaloni e il segretario provinciale Thomas Braconi. Cartellino rosso per Manuela Bora e Antonio Mastrovincenzo.

Dunque, il Pd è la prima forza politica ad aver ufficializzato la lista e la proposta della segreteria è stata approvata con 25 voti favorevoli, 5 astenuti e 5 contrari, ma i numeri in questo caso non sono un’efficace cartina di tornasole per raccontare un pomeriggio ad alta tensione.




Ad agitare le acque il nodo della deroga al terzo mandato per i consiglieri uscenti Fabrizio Cesetti, Manuela Bora e Antonio Mastrovincenzo. Se la rissosa pattuglia fermana, giunta a Chiaravalle con elmetto e spada, ha trovato un faticoso compromesso, con il passo indietro del candidato in pectore Francesco Giacinti per lasciar posto a Cesetti, sulla Federazione anconetana si sono abbattuti fulmini e saette.

Irremovibile Chantal Bomprezzi nel no al terzo mandato, nel nome di cavilli regolamentari e di un rinnovamento da utilizzare come la coperta di Linus. Tante, forse troppe, le contraddizioni con spiegazioni sospese, a partire dal ruolo nella partita dei due segretari, regionale e provinciale: commissari tecnici e giocatori allo stesso tempo.

Inoltre, in una tornata elettorale che si preannuncia serratissima, rinunciare a due catalizzatori di preferenze come Bora e Mastrovincenzo, 8.858 complessive nel 2020, appare come un clamoroso autogol. Si sa, i personalismi mandano sempre a benedire il gioco di squadra.

La mediazione, in un esercizio di equilibrismo, è stata tentata da Matteo Ricci, che ha offerto la corsa a Manuela Bora e Antonio Mastrovincenzo nella sua lista personale. Nei prossimi giorni verrà sciolta la riserva, ma intanto i musi lunghi dei dem fanno da contraltare all’entusiasmo del candidato presidente.

© riproduzione riservata


Questi contenuti sono realizzati dalla redazione di QdM Notizie.
Sei interessato a diffondere i nostri articoli o collaborare con noi?
Scrivici a [email protected]