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Cronaca

FABRIANO 4 NOVEMBRE, RICORDO E RIFLESSIONE

FABRIANO, 4 novembre – Anche la città della carta ha celebrato la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate,
giornata istituita nel 1919 per commemorare la vittoria nella prima guerra mondiale. Una celebrazione sobria, partita con la messa in Cattedrale e poi proseguita con il corteo che da piazza San Giovanni Paolo II° ha risalito tutto il centro storico.

Tre i luoghi cardine della giornata: il loggiato San Francesco ed i monumenti alla Resistenza ed ai Caduti. Luoghi dove sono stati deposte le corone di alloro e dove sono stati ricordati i fabrianesi che sono caduti – così come tanti altri connazionali – per la difesa della Patria o come vittime civili di ogni guerra.

“Le giornate come queste ci serveno per ricordare e riflettere – ha spiegato il primo cittadino di Fabriano Gabriele Santarelli –  vogliamo oggi ricordare chi anche giovanissimo ha dato la sua vita per un ideale più alto: quello della libertà, del dovere e della Patria. Valori che sono immutati per i militari che oggi operano nei vari teatri di guerra. E proprio per questo quei 6.500 militari che si trovano al di fuori dei nostri confini devono essere ricordati. Così come devono essere ricordati gli oltre 7.000 che partecipano all’operazione Strade Sicure”.

“Ci sono state molte manifestazioni oggi – ha concluso – dove si è certamene parlato di orgoglio ed appartenenza, ma trovo doveroso ricordare anche quei militari che non hanno ricevuto la giusta attenzione e riconoscenza. Vorrei pensare a loro, facendo riferimento ai militari della ex base Nato sul monte Venda morti per tumore ai polmoni dopo l’esposizione al gas radon. Vorrei ricordare i 946 uomini della marina morti o ammalati di asbestosi, di cui solo oggi si inizia a parlare anche a livello ministeriale dopo tanti anni. E non dimentichiamo il caso dell’uranio impoverito. Ecco perché trovo che sia giusto riconoscere gli atti eroici di questi militari che ancora oggi si dedicano ad un servizio difficile. Dobbiamo impegnarci affinché gli sia riconosciuto quanto dovuto”.

(s.s.)

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