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FABRIANO Addio ai monti, lo sboom demografico preoccupa la politica

In Consiglio comunale l’interpellanza di Andrea Giombi per arginare lo spopolamento già in atto in molte realtà delle aree interne

 

 

Andrea Giombi

FABRIANO , 19 luglio 2020 – Interpellanza «sulla necessità di riprendere il percorso volto alla realizzazione degli Stati generali dell’entroterra». È il consigliere comunale Andrea Giombi, a presenterla in vista della prossima seduta del Civico consesso, dove verrà discussa.

«Viste le ormai imminenti elezioni regionali e facendo propri gli appelli recentemente rivolti alla nostra Amministrazione fra cui da ultimo quello del Sindaco del Comune di Serra Sant’Abbondio – spiega Giombi – chiedo di sapere se il Sindaco intenda riprendere al più presto (visto che fortunatamente la pandemia da Coronavirus sembra stia attenuandosi nelle Marche) l’importantissimo percorso per contrastare davvero e seriamente lo spopolamento dell’entroterra non solo montano regionale opportunamente avviato dall’Amministrazione Comunale a Fabriano lo scorso 9 dicembre (con la presenza di 9 Comuni dell’entroterra delle Province di Pesaro Urbino, Ancona e Macerata) e proseguito sempre a Fabriano lo scorso 20 gennaio con un notevole aumento (da 9 a 25) dei Comuni partecipanti».

Rileva il consigliere comuale: «Un percorso finalizzato alla sottoscrizione di un documento da sottoporre proprio all’attenzione dei candidati delle prossime elezioni regionali; alla istituzione di una Area Vasta Sanitaria Montana con baricentro l’Ospedale Profili di Fabriano; alla istituzione degli Stati Generali dell’entroterra; a fare finalmente rete e a creare proficue sinergie, superando campanilismi o appartenenze politiche attraverso progettualità condivise su temi e problematiche comuni (Sanità e Servizi pubblici, Lavoro Viabilità, Infrastrutture) su cui ottenere il dovuto ma finora insufficiente impegno da parte della Regione Marche nonostante il suo Statuto le imponga invece in modo chiarissimo di dedicare particolare attenzione alle problematiche delle aree interne e montane. Obiettivi tutti importantissimi per contrastare davvero e seriamente lo spopolamento che rischia di desertificare gran parte dell’entroterra non solo montano regionale e che sarebbe davvero importante e significativo venissero perseguiti e raggiunti grazie e soprattutto all’impegno della nostra città che legittimerebbe così quel ruolo di Comune capofila, portavoce e difensore dei diritti del vasto entroterra montano a cavallo delle Province di Pesaro, Ancona e Macerata – cui potrebbe legittimamente aspirare per la sua posizione baricentrica e per esserne il Comune più grande e significativo – che finora non ha saputo o forse, e purtroppo, voluto svolgere.

Conclude l’interpellanza di Giombi: «Per la straordinaria importanza della posta in gioco offro altresì la mia piena disponibilità a collaborare con l’Amministrazione Comunale affinché Fabriano possa svolgere con successo il ruolo appena auspicato, invitando a fare altrettanto le altre forze politiche cittadine. Ad evidenziare infine il davvero notevole e preoccupante spopolamento già in atto nei 25 comuni partecipanti all’incontro del 20 gennaio scorso faccio presente, grazie ai dati cortesemente fornitimi dall’ex consigliere comunale Nicola Porcarelli, che l’estensione territoriale dei 25 comuni che hanno partecipato al secondo incontro è davvero notevole (1.727,24 km² pari al 18,37% dell’intera superficie regionale e già addirittura superiore agli 862,77 km² della Provincia di Fermo e ai 1.228,27 km² di quella di Ascoli Piceno) ed è certamente destinata a crescere ancora poiché sicuramente molti altri Comuni dell’entroterra sopra detto, anche essi con le stesse problematiche dei comuni finora partecipanti agli incontri, saranno interessati a partecipare all’iniziativa; la percentuale della popolazione degli stessi 25 comuni sul totale regionale è invece scesa dal 12,26% del 1951 al 9,13% del 1971 e infine al 7,63% del 1° gennaio 2019, ultimi dati Istat ufficiali disponibili, con una diminuzione di oltre il 37% fra il 1951 ed il 1° gennaio 1919».

(d. g.)

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