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FABRIANO APRÈS LA CLASSE, E UN MONDO DOVE “LA MUSICA APRE PORTE VERSO NUOVE LINGUE E STILI”

FABRIANO, 13 ottobre 2018 – Questa sera gli Après la Classe concluderanno la 21esima edizione del festival della cultura multietcnica di Fabriano. La band salentina, con la sua fusione di generi, lingue e stili porterà lo spirto della manifestazione in musica. Ne abbiamo parlato con il bassista della band Valerio “Combass” Bruno.

Gli Après la Classe si esibiranno sul palco del Sonic Room di via Buozzi a partire dalle ore 22.30.

20 e più anni di carriera e la voglia di continuare ancora a girare l’Italia e tutti i palchi possibili. Cosa vi spinge ancora a vivere questa vita?

Gli anni passano ma la voglia aumenta, così come aumenta l’esigenza di fare e produrre nuova musica. Il volersi superare, crescere ed andare oltre creando nuovi stimoli. L’esperienza e l’età che avanzano ti danno anche questo tipo di sensazioni, la voglia di spingersi oltre con più padronanza del mestiere. Senza dimenticare una buona dose di follia e coraggio dal punto di vista discografico e di assetti live.

L’ultimo album ha da poco compiuto un anno, ma cos’è per voi davvero questo “Circo Manicomio”?

È raccontare quello che ci è accaduto, quello che abbiamo vissuto. È chiaro che è anche uno specchio della nostra società e di quello che abbiamo visto viaggiando in Italia ed in Europa. Un manicomio perché sembra che si sia persa la razionalità, circo perché noi cerchiamo di creare nel manicomio un circo per trovare antidoti alla vita quotidiana e tutto quello che ci attanaglia.

Il vostro debutto del 2002 raccolse un gran successo anche grazie al singolo “Paris”, la cover “Ricominciamo” e l’airplay di Caterpillar, quanto sono stati importanti questi fattori?

Sono stati importantissimi, così come è stato importante prima andare in giro per l’Italia e suonare per crearci una credibilità. Questi fattori sono stati importanti, senza dimenticare che “Paris” venne utilizzata anche dalla trasmissione “Le Iene”.

10 anni fa il vostro primo live festival fabrianese “Fuoritempo”, cosa ricordate di quella data?

Una grande serata, così come ricordiamo con piacere le serate dal vivo al Barfly, un vero e proprio punto di riferimento. Per noi ci sono solo ottimi ricordi ed ora siamo al momento di massima brillantezza.

Ed ora, 2018, live per il festival multietnico. Quanto è importante per voi la multietnicità nella musica?

La mission del festival si “appiccica” perfettamente al nostro essere musicisti. Per noi è importante usare tutti i suoni e le lingue a disposizione. Aprire le porte verso nuove lingue e stili è importantissimo. La forza di una lingua diversa da quella propria è estremamente importante e ti permette di esplorare tematiche diverse con stili diversi e lingue diverse.

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