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FABRIANO AREA VASTA MONTANA: LA RICHIESTA E L’ATTESA DEL TERRITORIO

La regione apre alla possibilità

 

FABRIANO 28 settembre 2018 – La sanità come pietra d’angolo della comunità, al centro di un percorso per arrivare ad un’area vasta montana 

Questa la richiesta di un territorio allargato, “montano”, rimodulando quelle esistenti, con lavoro, servizi e viabilità per un territorio che dalla città della carta si deve allargare a 3 province (Ancona, Pesaro e Urbino, Macerata).

Un percorso che – al termine di una discussione che ha sfiorato le 23 di ieri – ha visto la disponibilità della Regione, con il Presidente della Commissione Sanità Volpini, ad aprire un tavolo e capire come ragionare sulla rimodulazione e lavorare verso l’area vasta montana. Anche per quanto riguarda il punto nascita Volpini ha ribadito la reiterazione della richiesta di deroga come zona disagiata ed all’interno del cratere sismico.

“Abbiamo iniziato a discutere del nuovo piano regionale della sanità – ha spiegato Volpini – ed io credo che si possa discutere di un nuovo assetto geografico istituzionale della sanità marchigiana. Da questa assemblea può arrivare la proposta all’assemblea regionale in questo senso, sull’ipotesi di un’area vasta montana con Fabriano come capofila per ridisegnare una geografia istituzionale che può essere, appunto, ridisegnata e discussa”.

Non solo Fabriano quindi, perché alla proposta del percorso fabrianese ecco la risposta interessata e positiva dei Sindaci del territorio. Oltre a quelli dell’Ambito X (oltre la città della carta, Sassoferrato, Serra San Quirico, Genga, Cerreto d’Esi) anche la presenza del Sindaco di Pergola, Cupra Montana e l’interesse di quelli di Arcevia, Camerino, Esanatoglia, Mergo, Matelica, Staffolo, Rosora, Castelraimondo, Pioraco, Fiuminata, Sefro, Frontone e Serra Sant’Abbondio.

Un percorso iniziato durante il consiglio comunale, introdotto dal sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli “Abbiamo riscontrato interesse nel percorso che abbiamo avviato per parlare di Area Vasta Montana. Punto di partenza poi per parlare delle tante particolarità del territorio montano. L’obbiettivo è l’avvio del percorso e dargli forza anche attraverso la convocazione di una riunione dei sindaci. Oltre che delle problematiche di Fabriano ci sono anche altre strutture sul territorio, bisognerà partire e lavorare su questo argomento”.

Il Consigliere di Fabriano Progressista Andrea Giombi, presidente dalla prima commissione con delega alla sanità ha così introdotto il documento: “Percorso frutto del dialogo, lo proponiamo alla regione portando avanti il diritto di chi vive la montagna senza dimenticare il diritto alla sanità”.

Parola poi al Consigliere di minoranza di minoranza Vinicio Arteconi, che ha ribadito che “La sanità è un servizio per la popolazione, e noi come città abbiamo perso 500 abitanti anche per la carenza di servizi. Il problema del terremoto, i servizi, i problemi del raddoppio delle SS76 sono tutti davanti agli occhi di tutti”. Ritorna poi sulle criticità dell’ospedale Arteconi, che ha parlato della mancanza dei professionisti sostenendo: “Abbiamo delle eccellenze all’interno dell’ospedale, ma cerchiamo di farlo diventare attrattivo il posto di lavoro, così come città e tutto il territorio: questo ci può permettere di avere professionisti e quindi l’ospedale funzionante. Il territorio deve difendere tutte le strutture esistenti. Priorità alla medicina pubblica, investiamo nella salute e nella sanità. I sindaci facciano fronte comune per andare anche a perorare la causa del territorio”.

“L’area vasta montana è un bisogno inderogabile – ha concluso Arteconi – con l’ospedale di Fabriano integrato con tutte le strutture sul territorio che devono essere difese e mantenute”.

Il Sindaco di Pergola

Duro il Sindaco di Pergola Francesco Baldelli, che non ha risparmiato critiche alla Regione Marche in merito alla gestione della Sanità. “Qui una rete ospedaliera ancora c’è, e dovete difenderla, perché da noi hanno massacrato la sanità interna della nostra regione per trasferire servizi e funzioni lungo la costa, e non scopriamo niente di nuovo, perché scopriamo l’accelerazione nell’applicazione del piano sanitario regionale 2012/14 verso la costruzione di uno nuovo che va verso la realizzazione degli ospedali unici regionali”. Strutture vincolate al rispetto del decreto ministeriale 70, con numeri e budget da rispettare a discapito delle altre strutture, ha osservato Baldelli.

“Questi Amministratori Regionali non mi rappresentano – ha concluso attaccando Baldelli – e dico agli amici fabrianesi che in questa maniera stanno distruggendo il bacino d’utenza dell’ospedale di Fabriano come hanno distrutto quello di Pergola, ma stiamo lottando con le unghie e con i denti affinché questo non avvenga. Svegliamoci perché nelle strutture c’è l’abnegazione di chi ci lavora a tutti i livelli che sopperiscono alle mancanze con dedizione. Si spendano meglio le risorse e non si distrugga il pubblico a favore del privato. No agli ospedali unici che distruggono le aree interne del territorio. Da questo Consiglio Comunale deve uscire il no alle politiche regionali, per una rete ospedaliera policentrica in grado di operare e prestare servizi”.

E poi i timori negli interventi per lo stato di salute dell’ospedale di Fabriano espresse negli interventi dai presenti (anche fuori microfono), con il punto nascita al centro di tutto e le rassicurazioni da parte del Direttore di Area Vasta 2 Maurizio Bevilacqua che ribadito l’intenzione di non chiuderlo. “Per quanto riguarda la carenza di personale e le criticità nel turn over, si sta lavorando per portare a termine concorsi e quindi l’assunzione di 8 medici: pronto soccorso, ortopedia, anestesia e rianimazione, medicina interna, dipendenze patologiche, salute mentale, biologo dirigente banca degli occhi e diabetologia”.

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