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FABRIANO Argalia (Lega): «Invece dei musei gratis abbassino i tributi»

Sei domande ai rappresentanti delle forze politiche di minoranza sui progetti e su come sta cambiando la città, ecco come ci hanno risposto

FABRIANO, 7 ottobre 2020Luigi Argalia è il coordinatore e portavoce della Lega Fabriano. Siamo ben oltre al giro di boa della maggioranza pentastellata, facciamo un bilancio sulla visione della città.

«Giro di boa, ma sul da farsi siamo ancora ai blocchi di partenza. Abbiamo una città di fatto ferma, non si vede un disegno in prospettiva, né tanto meno una sua tempistica di realizzazione. Questo su tutti i fronti, ordinario e straordinario. La città è delusa, le attese erano alte, sia perché ogni annuncio, quando non si rivela infondato, viene rimesso in discussione e rinviato in modalità tela di Penelope, ennesime volte. Una Giunta che si autoesalta, per aver dopo quasi tre anni concluso l’appalto per il cambio delle lampadine della città, tra l’altro relativo ad un progetto presentato dalla precedente Giunta, dà la misura di quanto si sia persa la realtà e il peso delle cose. Opere come i lavori sul fiume Giano, la mancata riqualificazione edilizia e addirittura la mancata e adeguata manutenzione del verde, per non parlare della mancanza di proposte concrete sul lavoro, sanità…ma quanti sprechi!… Uno può raccontarla come vuole, ma quando ad ogni passo si inciampa in una buca e, non mi riferisco solo a quelle delle strade groviera, quando le attività produttive arrancano, la città si spoglia di servizi e diventa sempre meno vivibile e decorosa, dove la manutenzione del verde viene lasciata alla libera iniziativa, dove non si fanno lavori nei cimiteri e assistiamo a crolli continui, è difficile fingere che vada tutto bene».

Leggendo i numeri delle recenti elezioni regionali, quale analisi le sembra più appropriata.

«Diciamo che i numeri parlano da soli, senza bisogno di parole. I cittadini chiedono un altro passo e anche altre persone. Si chiede pragmatismo, ascolto, capacità gestionale ed amministrativa e soprattutto la gente non tollera più essere presa in giro. Vuole sincerità e correttezza, meno fumo e più arrosto. Una delle cause del fermo della macchina comunale è la mancanza, ora, di ben due assessori. Tra dirigenti licenziati e assessori dimissionari, il Sindaco accentra troppe cariche di cui non ha né competenza né esperienza. Se la cosa non fosse tragica sembrerebbe quasi comica. Se continua così, questo Comune rischia di essere commissariato…o diversamente la Giunta dovrebbe dimettersi e Fabriano ripartire con altre premesse e altre persone. I numeri hanno detto anche questo, speriamo che il messaggio sia arrivato forte e chiaro, altrimenti ci tocca arrancare e fare il conto alla rovescia in attesa di un cambiamento vero, fatto di fatti e non di meri annunci in modalità Antani».

Le ultime scelte della giunta comunale (Musei gratis, agevolazioni Tari dal 20 al 60% per le utenze non domestiche, Tari invariata per le utenze domestiche e diminuzione del costo della mensa scolastica) vanno nelle direzione giusta per ridare fiato all’economia o sono provvedimenti-tampone?

«La riduzione della TARI per le imprese, pur andando nella giusta direzione, è un pannicello tiepido ben lontano dall’essere risolutivo. Il M5S era esordito con il rifiuto zero, con la tariffa puntuale e a persona, con la riduzione delle tariffe per tutti…ebbene siamo molto lontani da quelle promesse! Abbiamo provato a collaborare, il 20 aprile tramite PEC abbiamo recapitato al protocollo le nostre proposte, rendendoci disponibili a discuterle. Stiamo ancora aspettando, silenzio assoluto. Abbassare i biglietti dei musei significa giocare al ribasso, consapevoli del fatto che non si è creato valore aggiunto. La gente dovrebbe venire a Fabriano, perché la città è attrattiva e funziona, non perché costa poco. Prima di rendere gratuiti i musei, si dovrebbe pensare a ridurre i tributi ai residenti e magari dare qualcosa in più ai soggetti fragili per età, malattia, situazioni di momentanea difficoltà per i più diversi motivi».

Ma il piano di sostenibilità porterà effetti benefici al commercio e all’artigianato?

«Il PUMS è molto opinabile, sia nella forma che nella sostanza. Un progetto ambizioso, per certi versi inadeguato al nostro territorio e con dei costi insostenibili. La sola redazione è costata 100.000 euro. Non si evidenziano soluzioni sui parcheggi, sia per i residenti che per i possibili clienti dei diversi negozi centrali, inoltre non verrà finanziato perché non rientriamo nelle aree evidenziate dal Decreto. Se vogliamo aiutare artigiani, commercianti e imprese, vanno fatti interventi di semplificazione e riduzione dei costi. Sul PUMS, una delle cose che lascia perplessi è la forma quasi carbonara della sua creazione, attraverso una presentazione via webinair in un giorno lavorativo, alle 11 di mattina. Per come ci è stato testimoniato, erano presenti, compresi relatori e Amministrazione, la Confcommercio, un delegato dell’associazione del centro storico e due partecipanti, 11 presenti in totale. Nemmeno gli stakeholder, presenti nei diversi incontri, sono stati invitati in via ufficiale, né sono state pubblicate le loro relazioni finali che dovrebbero essere di pubblico dominio. Ritengo, inoltre, che tutte le forze politiche avevano il diritto di partecipare ad un progetto così importante, considerando che chi, oggi, amministra la città rappresenta una minoranza. Riguardo i benefici, oggi è difficile comprenderli ed chiaro che se si ridurrà, come crediamo, ad una semplice modifica della ZTL attuale ad area pedonale h24, senza arredo urbano, servizi igienici e, soprattutto senza una strategica programmazione di eventi, la ricerca di arroccamento per le auto, ad emergere saranno solo negatività. Se è vero che amiamo il nostro territorio e vogliamo conservare la nostra storicità, evitando l’esodo di tanti operatori virtuosi, oggi c’è un pericolo ancor più grande per i nostri centri storici, per la tutela delle aree Unesco, le tipicità locali, il commercio di qualità, per la nostra cultura e la nostra identità: è l’avvento incontrollato di negozi etnici, minimarket aperti fino a tarda ora, spesso le stesse residenze dei gestori, distributori automatici. Fabriano sembra reggere, per ora, questo fenomeno che segna un epilogo drammatico per le città d’arte e i centri storici, causato dalla superficialità e insipienza di chi amministra. Se non si cerca di comprendere le evoluzioni storiche del commercio di vicinato, di qualità e, non dialoghi con le associazioni, rendendole parte attiva, puoi fare tutti i PUMS che vuoi…spendi soldi inutilmente».

I commercianti del centro storico dicono che il turnover riguarda le chiusure non certo nuove aperture.

«Riguardo le nuove aperture, ritengo che ora siano improbabili, più possibili sono i trasferimenti. Questa è una situazione generale, seppur Fabriano mi sembra resista molto più di tante città limitrofe. Comunque basta prendere i dati della Camera di Commercio, i numeri non mentono mai. L’offerta commerciale in centro non mi sembra così impoverita, dare delle oggettive valutazioni è impossibile. Per fortuna chi fa l’imprenditore ha il dovere dell’ottimismo e l’attitudine a vedere dietro ogni difficoltà una opportunità. Certo è che la totale indifferenza dell’assessorato al commercio nell’affrontare un momento mai così difficile, indebolisce ancor di più la resilienza di tanti imprenditori che ancora sostengono il sistema, tra tante difficoltà. Per chiudere l’ultima cosa di cui questa città ha bisogno è commiserarsi. Questo è il momento di rimboccarsi le maniche, tutti, anche coloro che non sono abituati a farlo».

Visto che va di moda il tour nelle frazioni, sta pensando anche lei di fare un giretto da quelle parti?

«Lei mi parla di mode e passeggiate: la Lega il confronto con i cittadini tutti, indipendentemente dal fatto che abitino in centro o in periferia, città o borgo sperduto c’è l’ha per metodo e storia. Aggiungo che se uno per vivere lavora, il polso della situazione c’è l’ha sotto mano sempre, senza andarlo a cercare».

Intervista a cura di Daniele Gattucci

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