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Cronaca

FABRIANO “BENVENUTI AL BLACKOUT CAFE'”: LO SPETTACOLO DEI RAGAZZI DEL LICEO ARTISTICO E PAPAVERI E PAPERE

FABRIANO, 19 maggio 2017 – Beneventi al “Blackout Café”. Un café del tutto particolare dove ancora una volta la collaborazione tra Liceo Artistico “E. Mannucci” di Fabriano e l’Associazione Papaveri e Papere si è trasformata in uno spettacolo vero e proprio.

Uno spettacolo che è arrivato alla conclusione dei un progetto sviluppato lungo il corso dell’ano scolastico, e che ha messo in gioco 35 persone tra alunni del liceo, insegnanti, soci di Papaveri e Papere ed esterni che hanno collaborato all’iniziativa.

E’ così che nasce “Benvenuti al Blackout Cafè” una commedia origianle scritta dai ragazzi della Compagnia Arterego (creata dai ragazzi proprio per l’occasione) con Sirio Aureli e Andrea Fiorani che andrà in scena domani (20 maggio) al Teatro San Giovanni Bosco alle ore 21,15, per la regia di Andrea Fiorani e la supervisione artistica di Fabio Bernacconi.

“Ci siamo conosciuti a Febbraio – racconta Andrea Fiorani – abbiamo iniziato a fare lezioni per introdurre alcune tecniche teatrali come per esempio l’occupazione degli spazi, l’improvvisazione senza dimenticare respirazione e lo studio del personaggio. Da lì poi la costruzione del testo che in un mese è stato completato, permettendoci subito dopo di iniziare a lavorare sui personaggi ed ovviamente provare in vista dello spettacolo di domani sera: Lavorare con loro è stata una bellissima esperienza visto che sono il futuro della città e perché no del teatro”.

E poi le parole dei ragazzi, emozionate, intense e determinate. C’è chi come Sandro – studente del quinto anno – arriva alla quarta esperienza teatrale e spiega la “dualità” del teatro: bellissimo e complesso. E poi Matteo, studente del quarto, alla primissima esperienza ed una passione partita dell’amore per il palco ed arrivata a concretizzarsi durante le prove di “Blackout Café”. “Con il copione ci siamo tutti trovati più o meno bene – ha raccontato – è un ottimo copione e ci permette di mettere in pratica quello che abbiamo imparato in questi mesi”. C’è poi la timidezza di Michela, studentessa del quarto anno, pronta per esordire sulle assi del Teatro San Giovanni Bosco ma già con qualche piccola esperienza di teatro. “Sarà il mio primo spettacolo perché prima ho fatto solo dei corsi. Era l’anno giusto, era l’occasione da cogliere”.

Esperienza fortemente richiesta dagli studenti, racconta la Vice Preside Patrizia Rossi. “I ragazzisi sono impegnati a fondo per la realizzazione di questo spettacolo – spiega – non solo dal punto di vista della scrittura della commedia, ma anche dal punto di vista di applicazione delle nozioni imparate a scuola. Fotografia, scenografia, marketing, luci e registrazione di un video. Riuscire a mettere in campo queste competenze dimostra che fare teatro è fare scuola. Alla di questa esperienza oltre a mettere in pratica quanto appreso rompono il guscio, e diventano più consapevoli di loro stesso. Esperienza da ripetere anche l’anno prossimo”.

Dello stesso pensiero la professoressa Francesca Costantini che ha curato l’attività per gli aspetti didattici. “I ragazzi erano entusiasti e motivati dopo l’esperienza dello scorso anno. Per molti di loro è stato formativo e curativo. Grazie a Papaveri e Papere siamo riusciti a fare anche quest’anno un progetto che ha permesso a tanti ragazzi di vivere il teatro. Il lavoro di quest’anno è stato più complesso perché ha visto la creazione di uno spettacolo originale. Hanno collaborato anche due ex alunni che hanno voluto a tutti i costi darci una mano. E’ stata una scommessa vinta, che ci dimostra che possiamo fare formazione anche con il teatro”.

Il nostro scopo era anche quello di far capire ai ragazzi che il teatro non è solo palco ed attoriha spiegato Stefano Stopponi, vicepresidente dell’associazione Papaveri e Paperema un lavoro di squadra più complesso che vede anche tanti professionisti lavorare dietro le quinte. Il teatro è un lavoro di squadra”.

Uno spettacolo che racconterà tematiche forti: alcolismo, omossualità, timidezza e la difficoltà di vivere in un guscio che non si riesce a scalfire. Un lavoro di emozioni per una compagnia teatrale a tutti gli effetti. 

E domani tutti in scena. Attori e non. Domani si alzerà il sipario sul “Blackout Cafè”.

 

 

(s[email protected])

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