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Cronaca

FABRIANO Biodigestore, dopo la rinuncia di Jesi si fa avanti il sindaco Santarelli

«Vogliamo avere il pallino in mano», sostiene il primo cittadino

 

FABRIANO, 22 novembre 2020 – Un lungo video su facebook ( link) per spiegare i perché di una candidatura: così il Sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, sulla questione biodigestore.

In quasi 40 minuti di diretta facebook, Santarelli commenta i perché di una candidatura che formalizzerà all’Ata2 dopo la marcia indietro di Jesi.

«Vogliamo avere il pallino in manospiega il Sindaco di Fabriano – ed è una tematica di cui parlo da tre anni. Ci stiamo avvicinando al gestore unico dei rifiuti, oggi non è così, ma questa è la direzione per la provincia di Ancona. E questo percorso è partito dal 2012. L’idea, al momento di alcuni Comuni in Ata,  che hanno la forza della maggioranza, è di dare in gestione a Viva Servizi il biodigestore. Nuova possibile aggiunta dopo acqua e distribuzione del gas».

«Un discorso che si allaccia a un percorso iniziato 3 anni fa per individuare il sito degli impianti, e si è fatto di tutto per ostacolare l’unica soluzione valida individuata, e che vedeva nel territorio della media Vallesina l’area più idonea perché baricentrica e a servizio di tutta la provincia».

«Jesi ha dato vita ad un percorso virtuoso di dialogo e confronto. Ha deciso di accettare, ma lì ci sono state alzate di scudi di altri Comuni in grado di decidere le sorti all’interno dell’Ata e dopo un anno e mezzo di tribolazioni e ostacoli durante il percorso, ha deciso di ritirarsi».

«In provincia, però, c’è già in costruzione un nuovo impianto, a Casine di Ostra, non sufficiente a gestire il fabbisogno provinciale, e ne necessiterà un secondo capace di assorbire 48 mila tonnellate derivate da cucine, mense e 23 mila di rifiuti da sfalci e potature». [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”272901″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

Sempre nel video Santarelli ipotizza la riduzione della portata dell’impianto utilizzando un progetto di “compostiere di comunità”.

«La sperimentazione di questo progetto è stata approvata dalla Regione a gennaio 2020 sempre Santarelli durante la diretta facebook – e questa soluzione porterebbe ad una riduzione della taglia dell’impianto. Non vogliamo essere più succursale politica di Ancona e vogliamo farci rispettare. Ne parleremo in consiglio comunale».

Ma non c’è solamente l’ipotesi tracciata dal primo cittadino, perché la città si sta lentamente spaccando tra possibilisti e fieramente contrarari. Tra questi (anche prima del videomessaggio di Santarelli) gli attivisti del Laboratorio Sociale “Fabbri”, che hanno da subito criticato l’ipotesi biodigestore.

«L’idea di realizzare un’opera di questo genere non è stata mai discussa con la cittadinanza e con la collettività. Questo modo di fare è esattamente quello utilizzato dalla politica locale in passato: c’è sempre un’urgenza e la trasparenza e la condivisione vengono sacrificate. Per noi un territorio ha valenza se è capace di esprimere politiche virtuose in tutti gli ambiti, compreso quello della tutela ambientale e paesaggistica, non se si assume oneri a scatola chiusa, come un biodigestore fantasma di cui nessuno sa nulla».
Ma c’è anche chi, come Italia Viva, apre, dimostrandosi possibilista a patto di conoscere i dettagli del progetto.

«Verifica dei progetti, verifica della migliore collocazione impiantistica e soprattutto verifica che siano adottate le migliori tecnologie per evitare qualsiasi tipo di dispersione nell’ambiente. A tale proposito saremo promotori di un “Comitato di Controllo” con l’intenzione di divenire interlocutori delle istituzioni al fine di verificare che le migliori tecnologie e le migliori pratiche vengano adottate in occasione della realizzazione di impianti di qualsiasi genere».

Dissenso, totale, espresso da Andrea Giombi, che contesta «nel metodo e nel merito» le parole del primo cittadino.

«Scelte di questo tipo non dovrebbero essere prese in questo periodo storico – contesta il consigliere comunale di Fabriano Progressista – dobbiamo concentrarci su altri temi, non certamente su questo. Come opposizione cercheremo di approfondire la tematica e non escludo si possa ricorrere all’articolo 70 del nostro statuto comunale che offre la possibilità di una consultazione tra cittadini. Una tematica di questo tipo però non riguarda solo la nostra città, ma tutto un comprensorio. Ci sono altre priorità: l’area di crisi complessa che riguarda il mondo del lavoro e la sanità montana. Il futuro di Fabriano non può essere legato ai rifiuti».

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(redazione)

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