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FABRIANO Elica: «Dalle persone alla finanza, quale futuro per il territorio?»

Il coordinamento unitario: «Una nuova Elica di cui non comprendiamo le logiche che, sembrano proprio non essere più quelle a sostegno del territorio e di tutte le persone»

FABRIANO, 29 marzo 2021 – Nel momento in cui sembra si stia preparando la tempesta perfetta, i mercati sicuramente procederanno con una redistribuzione globale delle quote produttive e su questo ogni singola azienda deciderà come affrontare la fase convulsa che potrebbe e dovrebbe arrivare.

Sicuramente l’emergenza sanitaria e la crisi che ne consegue, stanno mettendo in discussione tutti quelli che erano i capisaldi su cui si erano basate le strategie aziendali con il rischio fortissimo che, laddove si è in presenza di debolezza finanziaria, gli impatti potrebbero essere devastanti, non tanto per gli azionisti ma perle persone che nelle fabbriche e negli uffici ci lavorano, mentre è stato ampiamente dimostrato , soprattutto negli ultimi anni, che logiche di natura più industriali , come ad esempio operazioni di reshoring ed internalizzazioni, rendono le stesse aziende più competitive attraverso la creazione di economie di scala e portano un aumento della qualità migliorando anche i margini di profitto.

Nel leggere le performance ed i bilanci di Elica non può non saltare all’occhio come l’azienda, per quanto in grado di sviluppare fatturati importanti di anno in anno, anche durante l’emergenza sanitaria, non coniuga questa capacità a quella di produrre utili e marginalità, che sono sempre molto basse nonostante le continue ristrutturazioni sia a livello di plants che di corporate.

Questo accade in maniera particolare da quando l’impresa nata a Collepaganello, ha cambiato pelle e si proiettata nel mondo finanziario perdendo di vista il focus industriale, con cambi continui di management e amministratori delegati che ogni volta si portano dietro i propri teams e che, come unico scopo, hanno la riduzione dei costi del personale e le delocalizzazioni, senza fare progetti di sviluppo soprattutto per l’Italia.

Senza andare troppo indietro, si pensi al management insidiatosi nel 2016 con l’AD Antonio Recinella, uscito nel 2019 a cui è succeduto l’altro A.D. Mauro Sacchetto (subito dopo l’ingresso nella quota di capitale da parte del fondo Tamburi) dimessosi per motivi personali con comunicazione pubblica avvenuta durante il CDA dello scorso 16 marzo.

Se si prendono a riferimento i dati consultabili sul sito di Elica si può facilmente notare che le buone uscite degli ultimi due amministratori delegati ( senza contare tutti gli altri ) , superano abbondantemente i 2milioni di euro ( 1.280.000 euro per Antonio Recinella e 750.000 euro per Mauro Sacchetto ) : praticamente è come se, nell’anno della pandemia, tutte/i i/le dipendenti di tutte le sedi e fabbriche del gruppo Elica, avessero lavorato per accantonare soldi necessari a pagare le loro buone uscite, a persone che guadagnano in un mese quanto diverse decine di operai/e delle fabbriche.

Aggiungendo anche il precedente AD uscito a luglio del 2016, andrebbero aggiunti ulteriori 1,5 milioni di euro.

Una nuova Elica di cui non comprendiamo le logiche che, almeno la maggioranza di esse, sembrano proprio non essere più quelle a sostegno del territorio e di tutte le persone.

Il Coordinamento Unitario del Gruppo Elica

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