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FABRIANO I “Versi ad oltranza” di Alessandro Moscè

Oltre al poeta e giornalista fabrianese protagonisti anche Nicola Bultrini, Guido Garufi e Danilo Mandolini

FABRIANO, 11 luglio 2021Si è tenuta venerdì 9 luglio presso i Giardini del Poio la rassegna di poesia curata dal poeta e scrittore Alessandro Moscè, “Versi ad oltranza”.

A partecipare alla rassegna tre ospiti di rilievo nello scenario letterario marchigiano e non solo: Guido Garufi, la cui ultima raccolta, “Fratelli” è stata pubblicata da Aragno nel 2016, Nicola Bultrini, il cui ultimo libro è intitolato “La forma di tutti” (CartaCAnta 2020), e Danilo Mandolini, ideatore e curatore della casa editrice Arcipelago Itaca e che nel 2018 ha pubblicato “Anamorfiche”.

«La poesia per me è una forma si conoscenza e soprattutto un linguaggio – spiega Alessandro Moscè, prima di introdurre gli ospiti – il linguaggio è emotivo, il linguaggio è un sentimento, il linguaggio è anacronistico, cioè attraverso la poesia noi possiamo dire ciò che probabilmente non diremmo mai, perché, come diceva Moravia “è la vita interiore quella che forgia di più le persone”. L’emotività spaventa perché toglie a tutti quelle maschere che noi indossiamo per convenzione sociale».

La rassegna è un evento importante nel panorama artistico fabrianese, che precede il “Premio Città di Fabriano”, che si svolge da quattordici anni e quest’anno sarà a dicembre. Il premio si articola in due sezioni: Narrativa e Poesia. La scelta dei tre finalisti per la sezione Narrativa e Poesia è indicata da una giuria tecnica, ma è solo una giuria popolare composta di 40 persone, alla quale vengono donati 120 libri, che decide il vincitore unico delle due sezioni dopo aver votato i libri letti.

«Quest’anno – spiega Moscè – il premio sarà accompagnato da una serie di incontri mensili da svolgere in una sede da stabilire. Gli autori parleranno con gli studenti e saranno presentati alla cittadinanza nel pomeriggio presso l’Aula Magna della Fondazione Carifac».

I tre ospiti hanno quindi raccontato la propria attività poetica e letto, insieme a Moscè, versi tratti dalle loro ultime pubblicazioni.

L’ultimo libro di poesia di Alessandro Moscè si intitola “La vestaglia del padre” scritto dopo la perdita appunto del proprio genitore : «Questo libro è legato a un filo conduttore che mi ha sempre portato a privilegiare ciò che di più autentico e sincero può esserci – spiega l’autore – ciò che avviene nelle residenze, negli appartamenti familiari».

Sara Marinucci

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