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FABRIANO IL LIBANESE E IL FREDDO: DA “ROMANZO CRIMINALE” A “UNO ZIO VANJA” AMBIENTATO NEL CRATERE SISMICO

Protagonisti Vinicio Marchioni e Francesco Montanari

 

FABRIANO, 24 gennaio 2019 – Dalla malavita anni ’70 di Roma al dramma scritto ad un respiro dal ventesimo secolo (a cavallo tra 1896 e 1897) da Anton ČechovVinicio Marchioni e Francesco Montanari chiamati ad una nuova prova di spessore tra le pieghe di vite vissute nel grigiore della mediocrità di “Uno zio Vanja”.

Ma lo spettacolo che domani sarà a Fabriano (Teatro Gentile a partire dalle ore 21) e domenica a Civitanova Marche (ore 21:15) sarà una riedizione contemporanea del capolavoro.  Non più coltivatori, ma amministratori di un piccolo teatro di provincia, in macerie dopo i terremoti recenti del centro Italia.

Uno spettacolo per raccontare tutte le macerie, le crisi tra gli essere umani ed il loro senso di isolamento narrate in contesto reale, che ancora sanguina nel cuore ferito dagli eventi tellurici.

“La piantagione russa di fine diciannovesimo secolo mi ricordava moltissimo gli ultimi anni italiani – spiega Vinicio Marchioni, anche regista dello spettacolo – questo adattamento scritto da Letizia Russo ci ha permesso di inserire questo dramma che parla degli esseri umani all’interno del cratere sismico”.

La riedizione contemporanea di Zio Vanja, all’interno della linea artistica di Khora Teatro, ha l’obiettivo di riavvicinare il vasto pubblico alla storia del teatro, dimostrandone l’attualità dei valori in un allestimento attento ai nuovi linguaggi della regia del teatro contemporaneo.

Completano il cast dello spettacolo Lorenzo Gioielli, Milena Mancini, Nina Torresi, Alessandra Costanzo, Andrea Caimmi e Nina Raia. Le scene sono di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Milena Mancini e Concetta Iannelli, le musiche di Pino Marino e le luci di Marco Palmieri.

(s.s.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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