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Cronaca

FABRIANO LA RABBIA SILENZIOSA DEI LAVORATORI TECNOWIND

Consegnate le lettere di licenziamento

FABRIANO, 23 febbraio 2018 – “La merda è finita: andate in pace”. Questo recitava una delle tante magliette con il logo Tecnowind posizionate in pieno centro storico. Maglie e felpe esposte sotto il loggiato San Giovanni Battista, sui colonnini della fontana Sturinalto e lungo la salita che porta verso l’ingresso del Palazzo del Podestà.

Oltre 240  lettere di licenziamento collettivo

Sin dalla prima mattina gli oltre 240 lavoratori hanno affollato la sala grande del palazzo del Podestà, per ritirare l’atto finale di una vertenza conclusa con il fallimento dell’azienda produttrice di cappe. Un clima irreale, dove rabbia ed incertezza si fondevano al momento della firma per ritirare le lettere che hanno messo la parola “fine” alla vertenza. Una procedura scelta per velocizzare l’accesso alla Naspi.

Nella vicenda ecco arrivare le parole di conforto quelle del Vescovo Stefano Russo, che dopo aver appreso con dolore la fine della crisi aziendale ha rivolto un pensiero a tutte le famiglie coinvolte nella nuova ecatombe lavorativa fabrianese.

“Devo costatare con amarezza che l’auspicato rilancio dell’azienda non è avvenuto e mi domando se veramente è stato fatto tutto il possibile per evitare di arrivare a questo nefasto epilogo. Forse – prosegue il Vescovo Russo –  sapendo che la situazione era quasi sicuramente compromessa ed essendoci molto tempo davanti si sarebbe potuto agire per tempo per aiutare le persone a mantenere e trovare un’occupazione o almeno una riqualificazione professionale. Anche nel lavoro la prima attenzione deve essere per la persona umana”.

“Penso alla necessità di attivare un tempestivo e forte intervento per favorire il reinserimento lavorativo delle persone disoccupate nel nostro territorio  – conclude il Vescovo – da un lato occorre fare di tutto per evitare che le aziende entrino in tali stati di crisi, d’altra parte non si può aspettare che le crisi aziendali sfocino in licenziamenti prima di attivarsi in un percorso di riqualificazione e reinserimento lavorativo che accompagni i lavoratori più in difficoltà”.

E poi un invito alla preghiera per il mondo del lavoro, affinché “le persone si attivino ed il Signore illumini coloro che hanno responsabilità più grandi, con lo scopo che queste ultime le portino avanti nella prospettiva del bene comune e non di interessi particolari”.

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