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Cronaca

FABRIANO LA STAGIONE DELL'”ARTE SERENA”, RITORNA LA MUSICA DA CAMERA

FABRIANO, novembre 2017 –  Anche quest’anno torna la atagione di musica da camera  della Gioventù Musicale Italiana (con il contributo della Best e il sostegno del Rotary Club di Fabriano)  curata da Alberto Signori, trasformerà il freddo inverno fabrianese in ciò che Stéphane Mallarmé definiva «la stagione dell’arte serena» (Renouveau, 1866).

Non per nulla, dopo il concerto inaugurale che ospiterà Marko Topchii, vincitore del prestigioso Concorso  di chitarra classica “Michele Pittaluga”, previsto per il 18 novembre con musiche, tra gli altri,  di Tansman, Tarrega e Castelnuovo – Tedesco, il 2018 inizierà all’insegna della celebrazione della musica di Debussy, in occasione del centenario della morte, e sarà intrisa delle raffinate sonorità del repertorio francese di fin-de-siècle.

Il 13 gennaio, nell’interpretazione della debussyana Musique de scène pour les Chansons de Bilitis (Poèmes récités avec tableaux vivants, pour 2 flûtes, 2 harpes et célesta, 1900-1901), le arpe di Maria Chiara Fiorucci e Valerio Lisci, i flauti di Daniele e Andrea Mori e la celesta di Michele Fabrizi accompagneranno la danzatrice Francesca Linnea Ugolini e la voce recitante di Alessia Donadio che reciterà i versi composti da Pierre Louÿs e attribuiti dallo stesso autore a una fantomatica poetessa greca. L’ellenismo estetizzante evocato dal flauto solo di Syrinx, sempre di Debussy,  e il raffinato e decadente erotismo impregneranno  l’intero concerto, con musiche per arpa sola o flauto e arpa di Nino Rota, Jean-Michel Damase e Eugène Bozza e Marcel Tournier.

Nel recital del 27 gennaio, la medaglia d’oro del Concorso Internazionale Van Cliburn 2017, Yekwon Sunwoo presenterà un programma pianistico che va dal romanticismo schubertiano della  Sonata in do minore n. 21 D.958 alla Valse, ovvero la versione per piano solo dell’emblematico  “poema coreografico” raveliano, crepuscolo di un’epoca all’indomani della Grande Guerra, passando attraverso Ramble on the last Love-duet  (dallo straussiano Der Rosenkavalier) di Percy Grainger e la Sonata in si bemolle minore op. 36 n. 2 di Sergej Rachmaninov.

Foto di Teona Dvali tratta dal sito della soprano ed opera di Gio Jimshiashvili

L’elegante decadentismo, venato di tenera solarità, tornerà ad incantare il pubblico attraverso le mélodies di Gabriel Fauré sui versi di Verlaine della Bonne Chanson, che saranno interpretati dal soprano georgiano Teona Dvali, accompagnata da Fabio Centanni, nel concerto  del  24 febbraio. Nella stessa occasione saranno presentati al pubblico alcuni dei grandi capolavori della liederistica schubertiana, come Gretchen Am Spinnrade (Margherita all’arcolaio) dal primo Faust di Goethe, nonché Non cantarebella fanciulla, dai Sei canti op. 4 di  Sergej Rachmaninov,  Sérénade op. 65 e Otcego? (Perché?) di Tchaikovsky, e l’evocazione delle atmosfere stilnovistiche care a Castelnuovo-Tedesco, autore dei Quattro sonetti da “La Vita Nova” di Dante. Il recital, che prevede anche la lettura dei testi poetici in italiano da parte del noto attore Giuseppe Sartori, sarà introdotto da Il sole di ottobre (Ase tchonguri), la versione di Otar Taktakishvili (1924-1989)  di un canto tradizionale mingrelo, come omaggio del soprano georgiano al suo paese natale.

Per l’appuntamento del 3 marzo, la poco più che ventenne Yukiko Uno, violinista giapponese vincitrice del prestigioso Concorso Internazionale Postacchini di Fermo, accompagnata al pianoforte da Pavle Krstic, affronterà i grandi capolavori cameristici della maturità di César Franck e Claude Debussy: le sonate per violino e pianoforte in la maggiore (1886) del primo e la n. 3 L148 (1917) del secondo. Per la la vena elegiaca e la trasparenza, i colori “alla Watteau”, tali opere sembrano idealmente collegarsi allo stile settecentesco che ancora emerge dalla beethoveniana Sonata n. 8, op. 30 n. 3 (1802), quasi fosse uno specchio del sentimento panteista della natura del compositore tedesco.

La ricercatezza timbrica e armonica affioreranno anche nel programma per l’ultimo concerto della stagione (17 marzo), che vedrà protagonista il Quintetto di Fiati Sineforma, con Stella Barbero al flauto, Marco Vignoli all’oboe, Michele Scipioni al clarinetto, Alessandro Fraticelli al corno e Giacomo Petrolati al fagotto. Per l’occasione, oltre alla rossiniana Sonata a quattro nº 5 – La Tempesta,  nella trascrizione per quartetto di fiati di Friedric Berr, il quintetto eseguirà la Petite Offrande Musicale di Nino Rota, il Quintetto in sol minore P021 di Ottorino Respighi e Pastorale op. 21 (1951) del compositore statunitense Vincent Persichetti, nonché le Trois pièces brèves (1930) di Jacques Ibert. Ai «momenti altamente lirici» e agli «accenni a fanfare e melodie di stile vagamente pastorale e neo-classico» che accomunano tali brani sarà opposto lo spirito etnomusicologico di Rustiques, per oboe, clarinetto e fagotto, raccolta di canti folklorici di Joseph Canteloube, commissionati dal governo francese nel 1946.

La rassegna non si limiterà agli ascolti proposti tra i magnifici affreschi della fine XVI secolo, nell’Oratorio della Carità (e  nel Teatro S. Giovanni Bosco per l’appuntamento del 13 gennaio): anche per la prossima stagione sara’ offerta agli ascoltatori affezionati una importante trasferta romana,  il 14 aprile 2018, in concomitanza con un’interessante appuntamento dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia presso l’Auditorium Parco della Musica.

Una bella occasione per ascoltare un programma interamente dedicato ai compositori russi, con la direzione dell’ormai leggendario Yuri Temirkanov: dal virtuoso Rachmaninov pianistico della Rapsodia su un tema di Paganini, per pianoforte e orchestra (con il pianista Nikolay Luganski) all’esecuzione di grandi composizioni sinfoniche, come La leggenda dell’invisibile città di Kitezh: suite di  Rimskij-Korsakov e la Suite n. 3 di Čajkovskij.

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